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27-8-19 Forza Trapani è anche Online
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Come giocherà la Trapani Shark.

Con il roster che, semmai, avrà bisogno di piccoli dettagli di completamento e, soprattutto, il raduno ai nastri di partenza, si può ipotizzare come giocherà la Trapani Shark. Certo, è impresa ardua, dato che le variabili sono innumerevoli, ma poiché il timone è sempre nelle mani di coach Repesa … un piccolo vantaggio ce lo concediamo. Verosimile quindi pensare che la squadra cavalchi un basket di transizione, imponendosi un numero alto di possessi, e così ritmi e punteggio di conseguenza. La costruzione del settore “piccoli” è chiaro indizio. Rimasto JD Notae, e persi Justin Robinson e Galloway, si è puntato ancora per un back court under size. Ryan Arcidiacono e Jordan Ford infatti sono due esterni dalla grande varietà tecnica, e dalle grandi capacità balistiche (in particolare l’ex Trento), che di fatto dovranno, al contempo, spingere la transizione e farsi trovare pronti sugli scarichi nei primi secondi dei 24’’, per sé e per creare per gli altri. Meno atletici dei loro predecessori (potrebbero pagare qualche miss match difensivo) ma con più varietà di soluzioni. Robinson è risultato devastante in 1c1 mano sinistra, mentre il Gallo è un tiratore in uscita dai blocchi, ma invero si è visto, sul finale, come le difese, una volta tolte queste peculiarità, potessero ridurre di molto il loro potenziale. Mentre il confermato JD Notae (tra i piccoli il giocatore con la maggior capacità di creare vantaggio dal palleggio), Arcidiacono e Ford, che in alcuni tratti potranno anche giocare assieme, risultano parecchio imprevedibili per le letture avversarie, e direi intercambiabili nei ruoli, con Ford che ha sia capacità di colpire dai 6.75 ma, al contempo, di buttarsi dentro e chiudere con la consueta “lacrima” in avvicinamento, se la difesa gli chiuderà il tiro. Rossato e Cappelletti saranno estremamente utili se coach Repesa deciderà di mantenere pressione, velocità ed aggressività, lasciando sul campo, di fatto, un perimetro “piccolo” (non perdendo le caratteristiche di cui sopra). Va detto che, per larghi frangenti, il ruolo di “tre” sarà di Petrucelli o del nuovo Timmy Allen, quando nel ruolo di ala si vorrà si garantire qualità realizzativa ma anche maggiore fisicità. Il back court più fisico su cui potrà contare Trapani vedrebbe Petreculli e Allen contemporaneamente sul parquet, da 2 e da 3, opzione che non verrà di certo messa da parte (anzi) ma, se il game plan è quello di correre e giocare ad alto ritmo, più facile pensare che Repesa due “piccoli” li vorrà spesso assieme in campo. Chiaro che la capacità propulsiva di Robinson potrà mancare, e dovrà essere Notae (ed in parte Cappelletti) ad aggredire l’area. Reparto lunghi. L’ex Chicago Bulls Adama Sanogo, pur capace di giocare negli spazi e sul pick and roll, è quel 5 atletico e forte fisicamente fondamentale per garantire il controllo dei rimbalzi, base per poter correre il parquet. Paul Eboua giocherà i suoi 10/15’ da alternativa al pivot titolare, perché è difficile immaginare possa giocare assieme a Sanogo. Invero l’ex Cremona ha anche caratteristiche fonte a canestro e, nella lotta sotto le plance, il doppio lungo sarebbe anche in astratto ipotizzabile, ma il prezzo da pagare (minor fluidità offensiva e capacità di corsa) pensiamo sia troppo alto per una squadra che vuole “volare” sul parquet. Quindi più logico puntare su  Alibegovic nel ruolo di 4, in attacco oltretutto uno dei pochi lunghi davvero capaci di colpire dai 6.75 ma, allo stesso tempo, di essere pericoloso in post basso. Con la capacità di farsi trovare a rimorchio in contropiede o pronto per un tiro da fuori in transizione. Stessa cosa potrebbe dirsi per l’ala pivot Matthew Hurt, altro lungo atipico, con tiro da fuori da esterno, capace di aprire il campo sul pick and pop. Ed anch’egli di correre bene il campo. Come detto per i “piccoli”, diversi potrebbero essere i minuti che Hurt ed Alibegovic giocheranno assieme, in quintetti atipici (che pagano qualcosa a rimbalzo) ma davvero imprevedibili e tecnici, di difficile lettura per le difese avversarie. Campo aperto (Alibegovic ed Hurt non possono di certo essere lasciati liberi sul perimetro), così che a giovarne potrebbero essere gli stessi esterni, con l’area libera e quindi tanto spazio per buttarsi dentro fino al ferro. In sostanza, le alternative non mancano a coach Repesa, sia tecniche che tattiche, con quintetti piccoli o pesanti da giostrare a seconda di situazioni ed avversario ma, se dovessimo puntare un centesimo, siamo più propensi a pensare che saranno tanti i minuti in cui vedremo sul parquet degli Shark “leggeri”. Un fattore potrebbe essere il lasso di tempo utile per l’ambientamento di Arcidiacono, Hurt e Sanogo che, va ricordato, sono alla prima in Europa. Dal loro canto, vengono però da atenei prestigiosi (rispettivamente Wildcats, Duke e UConn) che, di solito, è garanzia di alta capacità di recepimento di nuove richieste tattiche, nella specie quelle di coach Repesa. Per il resto, è tempo di iniziare ad allacciare le cinture, perché si viaggerà ad alta velocità

Salvatore Barraco

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