La partita di andata è terminata con un nulla di fatto. Uno 0-0 con poche occasioni da rete e qualche polemica di troppo innescata dal presidente del Piacenza, Gatti, a fine partita per due presunti rigori non dati ai suoi. Lamentele che sono sembrate eccessive, nei modi e nei contenuti. Soprattutto quando davanti hai un Trapani che è reduce da un rigore davvero inventato subìto nella gara di Catania. Strilli che sanno di “studiato”, che mettono pressione a scopo preventivo sulla quaterna arbitrale che dirigerà il ritorno. Ma anche “pepe” ad una finale che non ne avrebbe proprio bisogno. Tornando al risultato dell’andata: un nulla di fatto però solo nei numeri, perché francamente il Trapani sul piano del gioco e della personalità ne è uscito meglio.
La squadra di Italiano, come è solita fare quando girano le gambe e la testa è lucida, sa dominare il possesso palla ed infatti nel primo tempo ha praticamente impedito al Piacenza anche solo di avvicinarsi all’area di rigore. Riuscendo altresì in tre occasioni a cercare la via della rete. I biancorossi di Franzini hanno pensato principalmente a difendersi, stando troppo sotto la linea della palla e non alzando mai il baricentro. Segno evidente che il timore di dare campo agli avversari era forte.
Nel secondo tempo la partita ha continuato a rimanere bloccata, con il Trapani che ad un certo punto ha deciso di non osare più di tanto e di gestire il risultato. A parte i due episodi contestati, il Piacenza ha impegnato Dini solo nel recupero con una punizione da lontano di Corradi.
E quando un portiere in trasferta viene chiamato a fare la prima parata oltre il 90’ è segno che la formazione di casa qualche difficoltà a creare gioco e occasioni l’ha avuta. Il resto lo ha fatto la maggiore tensione che inevitabilmente assale chi gioca questo genere di partite in casa e pensa di avere un minor margine di errore a disposizione.
L’impressione, anche scrutando i numeri del Piacenza in campionato, è che i biancorossi in casa soffrano più che in trasferta. Dei 74 punti conquistati durante la stagione regolare, 34 sono giunti dalle gare in trasferta. Laddove il Piacenza ha vinto ben nove volte e segnato 28 reti come fatto in casa. Proprio il tipo di calcio proposto da Franzini, unitamente alle caratteristiche dei giocatori in organico, lasciano pensare che i biancorossi, giocando molto di rimessa e cross, hanno bisogno di spazi. E quelli li trovi soprattutto giocando lontano dalle mura amiche.
Di contro, invece, il Trapani è risaputo come abbia costruito le fortune della sua stagione soprattutto nelle partite casalinghe: 16 vittorie, 1 pareggio ed 1 sconfitta. Gara di ritorno pertanto impronosticabile. Come del resto l’altra finale vinta a sorpresa dal Pisa sul campo della Triestina lascia intendere.
Attenti quindi a questo Piacenza, che si sente ferito dagli episodi o almeno vuol far capire di esserlo, ma che a Trapani scenderà al completo. Rientra dalla squalifica Bertoncini al centro della difesa, così come Nicco, tenuto a riposo precauzionale
nella gara di andata. Sarà della partita anche Porcari, pure se non al massimo.
E sarà un Piacenza che stavolta avrà ben poco da difendere e quindi attaccherà, pronto a dare tutto. E che vinca il migliore.