Tazio Roversi era il biondo capitano del Bologna, mentre Facchetti, Mazzola e Boninsegna erano i più famosi dell’Inter . . .
Pizzaballa, il portiere dell’Atalanta era la figurina sempre introvabile e non sono mai riuscito a capire perché . . . Sfogliando, sfogliando trovavi anche le squadre di B, con i giocatori a due a due nelle figurine ed, udite udite, verso la fine dell’album trovavi anche i tre gironi della serie C, con le figurine che ritraevano le squadre ed accanto il simbolo della società . . .
Mi ricordo il Montevarchi, il Parma, il Clodia Sottomarina… E ad un certo punto, quasi in fondo, spuntava anche: l’A.S. Trapani:
maglia granata, calzoncini bianchi ed, in quella foto, calzettoni bianchi: allenatore Renzo Sassi; fra i giocatori mi colpii Natale Casisa, l’unico biondo e scarsocrinito della formazione. Ma ciò che mi rimase dentro fu il colore della maglia: granata vivido, forte, accentuato, che spiccava nel contrasto con il bianco dei calzoncini .
Quel granata non l’ho più ritrovato nei tempi recenti ma fu quello di allora a farmi innamorare del mio Trapani.
Allo stadio c’ero andato per la prima volta due o tre anni prima, ma quel giorno i granata avevano la maglia bianca e giocavano in un Provinciale da poco sottoposto a semina e dunque più rossiccio di terra che verde di erba.
Dunque, quella figurina dell’album Panini, così come tutte quelle che seguirono dal 1975 al 1978, mi diedero un’impronta indelebile, mitizzata, dei colori della squadra della mia città: figuratevi poi quando nella stagione 1978/79 cominciai a seguire le partite allo stadio con continuità. Vedere la maglia granata contrastare col tappeto verde del Provinciale era qualcosa di prezioso per i miei occhi, un’emozione intima dell’animo prima che cromatica degli occhi.
… Anche nel dicembre 2014 il Trapani indossava una maglia bianca… Giocava a San Siro, contro l’Inter in Coppa Italia…
Ed io, come molti di voi, quella sera magica ero lì al freddo ed al gelo e senza potere ammirare la mia maglia granata…
Come molti, vivevo una situazione paradossale : da sempre tifoso nerazzurro, mi trovavo adesso a dovere fare una scelta.
Il Trapani perse 3-2 ma sfioró l’impresa di un clamoroso pareggio contro la Beneamata.
E non mi vergogno affatto di avere esultato per ben due volte alle reti di Madonia e Caccetta; tra il nerazzurro ed il granata sapevo bene cosa scegliere, era il sangue a dirmelo:
i colori della mia Città, la maglia che rappresenta l’essenza e la passione sportiva di una comunità, quella maglia per cui ogni sacrificio diventa possibile…
… L’altra sera l’Inter ha perso la finale di Coppa UEFA (ai miei tempi si chiamava così) e da tifoso nerazzurro mi è dispiaciuto.
Ma la cosa è finita lì.
A me interessa il Trapani e per adesso ho altri pensieri per la testa .
Francamente, mi è parso un po’ stupido avere visto sui social sfottò fra opposte tifoserie di serie A.
Fiere contrapposizioni fra “gobbi” e tifosi “dell’Inda” (che non è un Ente pubblico), messe in atto da chi è nato al 38’ parallelo e non in Lombardia o Piemonte.
Magari si tratta di persone che come me hanno sfogliato l’album Panini ma che però non sono arrivate fino in fondo, proprio alla fine dell’album dove, se avessero sfogliato, avrebbero trovato i colori più belli che il mio cuore conosca : quelli granata con le cinque torri e la falce in mezzo…
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