Annata… da ricordare, questa. Difficile trovare serenità nelle condizioni attuali, sotto tutti i punti di vista. Turni incompleti, palazzetti ancora vuoti, e per Trapani vicissitudini di roster come mai prima, infortuni compresi.
È un campionato sempre più strano. Sotto tutti i punti di vista. Della serie che le sorprese non finiscono mai. A partire dalla pandemia del covid ma anche attraverso le vicissitudini che la Pall. Trapani sta vivendo in questo tribolato avvio di stagione. La prima in ordine di tempo, è stata l’abbandono di Powell. Fatto davvero “strano”, perché arrivato soltanto all’ultimo momento, dopo un lungo precampionato. Una decisione, ufficialmente condivisa dalle parti, che ha costretto a rinunciare a una coppia americana di lusso, la prima nell’era Basciano, e che ha certamente portato ad un deciso risparmio per la società granata. Non male, in una stagione nella quale mancheranno le entrate determinate dagli abbonamenti, dai biglietti di ingresso e dalle sponsorizzazioni, verosimilmente ridotte. Insomma, mancherà quella iniziale linfa vitale, fondamentale, soprattutto, all’inizio della stagione per mettere in moto la macchina organizzativa.
Conseguente e affannosa la ricerca del sostituto di Powell, il giovane Shonn Miller, trovato quasi subito ma arrivato solamente a metà dicembre, per via dei visti che tardano sempre ad arrivare. Ma al di là della vicenda del “secondo americano”, non sono mancati gli infortuni in serie (Spizzichini – foto J. Pappalardo, pagina a lato –, Corbett, Pianegonda, Tartamella, Nwohuocha …), i problemi di tesseramento di Adeola e finanche l’inibizione per tre gare, per fatti risalenti alla notte dei tempi, per Palermo.
Campionato falsato
In generale, è stato, continua ad essere e probabilmente sarà ancora per molto, un campionato letteralmente falsato dalle vicende legate al covid, con le partite giocate a porte chiuse, senza pubblico, con il fattore campo sempre più ininfluente, con gare rinviate e con le conseguenti ripercussioni sul numero delle partite non giocate o giocate nell’arco di brevissimi spazi temporali. Insomma, se c’è chi ha giocato buona parte delle gare, costretto a un vero e proprio tour de force, vedasi Trapani, c’è anche chi ha esordito a dicembre inoltrato, sebbene sarà chiamato più in là agli straordinari per recuperare i propri match. E ciò non può non riverberarsi sulla tenuta fisica, e mentale, dei vari roster e, così, sui risultati di queste prime “strane” giornate. Prendiamo, ad esempio, proprio Trapani che, come detto sopra, ne ha dovuto fronteggiare, di avversità, di ogni tipo. Tant’è che recentemente il coach Daniele Parente ha espressamente, sconsolato, dichiarato “se ne aggiusta una e se ne rompono due”! Il riferimento è apparso fin troppo chiaro, proprio in occasione del post match interno contro la corazzata Torino.
I problemi di regia
Dopo aver giocato, infatti, tutte le prime cinque gare senza il secondo americano (alle volte senza tutti e due, con Corbett fuori per una partita e due mezze gare), senza altri giocatori per i detti problemi, ecco che, quando con l’arrivo di Miller, finalmente si doveva essere al completo… accade quello che non ti aspetti, non certo l’infortunio di Curtis che può di certo capitare (ed a Trapani capita un po’ troppo spesso di questi tempi) ma l’imprevista inibizione di Matteo Palermo – foto in basso – per fatti oltretutto non legati alla canotta granata. Con i conseguenti problemi di inserire il secondo U.S.A. senza colui che sul parquet è deputato a tradurre i dettami di coach Parente, con l’unico regista vero, in soldoni, della squadra out. E non è difficile andare con la mente ad inizio stagione scorsa, quando proprio l’arrivo dell’ex Montegranaro svoltò letteralmente un torneo che fino a quel momento vedeva Corbett e soci non trovare mai fluidità offensiva. E non è certo un caso che, contro Torino, proprio Spizzichini (che dall’arrivo di Palermo aveva tratto enorme giovamento, liberandosi del “peso” di gestire la squadra, e semmai al massimo coadiuvandolo), costretto a portare di nuovo palla, ne abbia combinata una più del diavolo… con l’aggravante d’innervosirsi e di fatto far giocare la squadra con Erkmaa (altrettanto disastroso in regia) e Basciano, rivelatosi il miglior playmaker dei granata… (a destra, entrambe foto J. Pappalardo) ed è tutto dire perché dall’altro lato del campo i ben più fisici ed esperti pari ruolo hanno avuto inevitabilmente vita sin troppo facile. Ma anche lì Trapani deve fare di necessità virtù, perché le prossime due gare, contro Biella e Capo d’Orlando, rivestono un’importanza ben maggiore e, come ha dichiarato Parente, lanciando dei messaggi ai suoi, si giocheranno “con quelli che siamo”! Proprio la regia, che sembrava un problema risolto, torna a far patire lo staff tecnico di Trapani. Oltretutto lo stesso Palermo non è arrivato pronto dopo i sette mesi di inattività e, destino beffardo, proprio nel momento di sua crescita è stato “abbattuto” dalla predetta inibizione, costringendo la squadra a tornare all’esperienza, già collaudata negativamente, come detto, di Spizzichini-play. Con alternative di fatto emergenziali.
Palazzetto (a mollo)
Fra le tante stranezze, è mancato poco che arrivasse anche una sconfitta a tavolino, in occasione della gara con Torino, per via della pioggia torrenziale che con le sue infiltrazioni dalla copertura del Palailio, stava per renderlo impraticabile. Un pericolo scongiurato dal miglioramento atmosferico e dalla solerzia dei ragazzini del settore giovanile della società che fra un’azione e l’altra asciugavano il parquet. Una beffa, fortunatamente mancata. Riproposto, quindi, un atavico problema, fino a oggi lungi dall’essere risolto e che richiama l’amministrazione comunale alle sue responsabilità e di converso spinge a valutare nella giusta ottica la rinuncia della società granata a partecipare al bando per la concessione della struttura a costi decisamente elevati.