Pareggio a reti bianche contro il Frosinone e -7 dall’Ascoli sempre più in crisi a 9 dalla fine Ma il Trapani deve rischiare qualcosa in più, sia negli uomini che nel modulo, se vuole provarci davvero. Il 5-3-2 dei granata assicura una migliore copertura del campo sul piano difensivo, non altrettanto su quello offensivo
Il campionato del Trapani è ripartito dal pareggio interno a reti bianche contro il Frosinone. La partita ha messo in evidenza un buon primo tempo dei granata, durante il quale la squadra di Nesta è apparsa in qualche difficoltà.
Nel secondo, invece, il Trapani ha accusato un calo atletico e il Frosinone ha preso in mano il controllo della gara. Di occasioni vere da rete neanche a parlarne, se si eccettua una nel finale di partita per gli ospiti. Poi tanti fraseggi a metà campo e poca profondità. In altri tempi, e con altre situazioni di classifica, un pareggio con la terza forza del campionato sarebbe stato accolto con ben altra enfasi.
Purtroppo la situazione è quella che è. Il Trapani annaspa ora in penultima posizione, dopo la vittoria del Cosenza sull’Entella, a due lunghezze dai calabri e a sette dall’Ascoli. E menomale che ci sono i bianconeri ascolani a tenerci sostanzialmente in vita, perché in questo momento sembrano proprio in caduta libera, avendo già perso le prime due partite in casa: il recupero con la Cremonese e la gara con il Perugia. Se l’Ascoli, che ha pure grandi difficoltà societarie, dovesse continuare con questo trend, la lotta per un posto nei playout potrebbe riaccendersi.
Nove partite e 27 punti a disposizione potrebbero voler dire tutto o niente, comunque più di qualche occasione te la danno.
Cambi tardivi.
Premettendo che la prova contro il Frosinone ha messo in mostra un Trapani volenteroso e ordinato, dobbiamo pur riconoscere come sia mancata la scintilla per poter sperare in qualcosa di meglio. Soprattutto nella seconda parte della ripresa qualcosa in più si sarebbe potuto osare.
Non ci riferiamo tanto ai giocatori, che probabilmente hanno svolto sul terreno di gioco quello che il proprio allenatore aveva chiesto loro per contrapporsi al gioco avversario. Quanto invece alle sostituzioni tardive, con conseguente cambio di modulo posticipato, effettuate solo a dieci muniti dal termine.
I nuovi entrati in attacco (Biabiany, Evacuo) non hanno avuto nemmeno il modo di potersi adattare alla situazione di gioco che già la partita era finita. Biabiany in contropiede ha avuto sui piedi l’unica palla di tutto il secondo tempo per poter creare un’occasione seria da gol. Ma si è fatto recuperare da un avversario, sprecandola in malo modo. Dieci-quindici minuti prima e forse questi cambi avrebbero avuto un’efficacia diversa.
Sia chiaro, poteva anche non cambiare nulla. Però una squadra che si trova nella nostra situazione almeno il tentativo lo deve fare. Poi succede quel che succede. Il 5-3-2 (o 3-5-2, cambia poco) di Castori assicura una migliore copertura del campo sul piano difensivo, non altrettanto su quello offensivo. Soprattutto se uno dei due esterni tende per caratteristiche ad abbassarsi. E noi a sinistra schieriamo Grillo che è un terzino. Passi comunque per questa che era la gara della ripresa agonistica e un enigma per tutti.
Quindi ci può stare che gli allenatori (anche Nesta lo ha fatto) siano partiti un po’ più guardinghi del solito per annusare l’aria che tirava. Quello che sarebbe però da ricordare, anche se uno scafato come Castori non ha certo bisogno che gli venga detto da noi, è che al Trapani gestire le partite non basta più. Quello che serve d’ora in poi sarà aggredirle, cercando se necessario anche nuove strade in corso d’opera per provare a spuntare quante più vittorie possibili. Non si vedono altre strade quando sei a meno sette dall’Ascoli e a meno otto da Venezia e Cremonese.
Condizione atletica.
L’impressione ricavata dal Trapani è che tutto sommato non stia male dal punto di vista atletico.
Il Frosinone è squadra piuttosto muscolare e i granata da quel punto di vista non hanno arretrato di un millimetro. Anzi nei primi minuti si sono fatti preferire agli avversari e qualche pallone pericoloso in area per Pettinari è arrivato. Buon ritmo, discreta circolazione di palla, pressing alto.
Adesso Castori dovrà chiedere ai suoi di aumentare il minutaggio in quanto ad aggressività, anche se il nemico “caldo” sarà sempre lì in agguato. Ci sarebbe voluto un gol per sbloccare testa e gambe, ma sarà, speriamo, per la prossima volta. E’ cresciuto Odjer preferito a sorpresa dal primo minuto a Tauguardeau per far da metronomo.
Il ragazzo, fin quando gli ha retto il fiato, ha dato verve al reparto nevralgico. Nonostante ne abbia ricevuti pochi, Pettinari (fresco di riscatto) ha ancora una volta confermato le sue capacità nella difesa del pallone e nell’essere una costante spina nel fianco per gli avversari.
Purtroppo sul piano tecnico spesso non riceve la giusta assistenza dai compagni (Dalmonte e Colpani nell’occasione un po’ inconcludenti), ma lui c’è e si vede. Salutiamo con piacere il ritorno in squadra del giovane difensore Buongiorno, che dopo un ottimo debutto si era subito infortunato ed uscito dai giochi. Un buon rinforzo per la difesa e una spalla valida per capitan Pagliarulo.
Il resto è un po’ tutto da rivedere con lo scorrere ravvicinato delle prossime partite.
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