Di questo Trapani, infatti, praticamente non sappiamo nulla. O meglio, sappiamo pochissimo
Conosciamo l’allenatore, i suoi collaboratori, lo staff dirigenziale, l’ufficio della comunicazione. Ma non conosciamo la proprietà. O, meglio, non conosciamo quale sia lo sviluppo che avrà la proprietà. Daniele Faggiano è sempre rimasto sul pezzo e attaccato al futuro del Trapani. Da maggio scorso ad oggi, sarà venuto cinque o sei volte in città. Aveva prima intessuto un rapporto molto solido con René De Picciotto, quando sembrava che la nascita del Trapani attraverso l’opera del facoltoso imprenditore fosse quasi scontata. Poi, una volta che la norma sulla multiproprietà di società professionistiche ha impedito la realizzazione di questo progetto, lo abbiamo visto nella casa comunale. A parlare e capire dal sindaco Tranchida quali fossero le condizioni per far ripartire il Trapani dal bando. Successivamente, non lo abbiamo visto, ma sappiamo perfettamente come abbia interagito con la dirigenza del Dattilo, fornendo un contributo determinante per la conclusione dell’operazione.
Piano piano, vedendo i nomi dei calciatori che arriveranno, ci renderemo conto di quanto sia solido questo rapporto e di che sviluppo possa avere. Nella sostanza, però, mai come in questa estate, non serve prestare molta attenzione ai nomi. Chiunque sia funzionale alla ripartenza, alla rinascita del Trapani, troverà terreno fertile, in una piazza e in una tifoseria che devono dimenticare amarezze, mortificazioni e raggiri. Che hanno dovuto ingoiare amarezze inenarrabili, nonostante nelle ultime due stagioni in cui abbiamo visto in campo le maglie granata i risultati siano stati straordinari (promozione n B e salvezza nel torneo cadetto). Va da sé come debba essere tributato un ringraziamento alla società Dattilo, a tutti i suoi uomini, per aver consentito un passaggio concreto verso il nuovo FC Trapani 1905. Assisteremo, almeno in una prima fase, ad una gestione di questi uomini, che verranno naturalmente guidati dall’esperienza di Antonello Laneri. Poi, con il trascorrere del tempo, ci potremo rendere conto di quale sia la visione, la dimensione, il futuro, che il Trapani potrà vivere nei prossimi anni.
Se una cosa l’era Morace ha spiegato bene è quale sia l’importanza di chiarezza e solidità della società nella progettazione di una squadra di calcio che rappresenti una città. Poco per volta, un tassello dopo l’altro, abbiamo assistito ad una crescita dell’ambiente che ci ha condotti a cinque anni di serie B. Trapani ha sviluppato una cultura di calcio che prima non possedeva. Insomma, per farla breve, abbiamo imparato come si fa.
E’ un patrimonio che non si è disperso, nonostante le ultime tre scellerate proprietà (due, di fatto). Per capire cosa sarà il nuovo Trapani, sarà necessario attendere qualche tempo. E comprendere cosa ci sia nella testa di Daniele Faggiano. E’ un uomo e un professionista dalle mille risorse, a cui non difettano di certo competenze e capacità relazionali.
Quando qualcuno mi chiede come sia Daniele Faggiano, quali siano le sue caratteristiche principali, racconto sempre un episodio. Era il lunedì precedente al famoso Cremonese-Trapani 3-4 che ci regalò la prima, meravigliosa, scalata alla serie B. Vado a guardare immediatamente il palinsesto settimanale previsto da Rai Sport e mi accorgo che Cremonese-Trapani non è in programma. Parlo subito con il mio editore, Massimo Marino, e gli spiego come non possiamo assolutamente permettere che la città non segua in diretta la partita. Il costo si aggira intorno ai 10 mila euro complessivi, tutto compreso, ma per una volta non possiamo prima raccogliere il denaro necessario e poi comprare. No, questa volta bisogna comprare prima e poi vedere quanto riusciamo a coprire.
Partono le prime telefonate e, nonostante la città fosse in un momento di grande entusiasmo, le prime risposte delle aziende sono molto tiepide. Inizio a temere che l’impresa di raccogliere i 10 mila euro necessari sarà ardua e chiamo Daniele Faggiano. Per chi non dovesse ricordare, sottolineo come fosse a Trapani appena da qualche mese. Sintetizzo: Daniele arriva in tv, capisce subito il problema e si attacca al telefono. Dopo mezzora di telefonate, ha già raccolto i 10 mila euro. Finito, saluta tutti e se ne va. Poi, la Rai avrebbe cambiato il palinsesto e Cremonese-Trapani sarebbe stata trasmessa da Rai Sport. In quei trenta minuti, però, è stato facile capire quali siano i sentimenti che suscita nelle persone che hanno a che fare con lui: fiducia, simpatia, concretezza.
La carriera che poi ha fatto, quindi, non mi ha affatto sorpreso. Ecco perché penso che molta della visione del Trapani futuro passi dalla sua testa e dalla sua capacità di coagulare interessi intorno alla nostra storia. Lo scopriremo.