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La “nuova” versione della SuperCoppa piace, evidentemente, a Trapani! 

Andiamo con ordine, coinvolte per la prima volta tutte le partecipanti di A2, divise in sette gironi (Trapani con Napoli, Capo d’Orlando ed Agrigento), quarti di finale cui accedono le prime di ogni raggruppamento e la migliore seconda, final four infine in campo unico, precisamente a Milano. 

Il tutto entro fine settembre, una sorta di precampionato (soprattutto per chi va avanti) di livello organizzato direttamente dalla Lega. 

La versione granata 2019-2020 vince la prima, in rimonta, contro Agrigento, al PalaConad. Inizio difficile, con Pepe e soci a dimostrare una migliore condizione atletica, anche per via di caratteristiche fisiche (meno chili e centimetri generali) che permettono di entrare in ritmo in tempi più rapidi. 

I granata però, dopo aver inseguito per 30’, stringono le maglie i difesa, chiudono il canestro ai cugini, e portano a casa un buon successo, 73-69 lo score finale. 

Seconda giornata, altro derby, a Capo d’Orlando contro i “reduci” di coach Sodini che, invero, deve far a meno di tre italiani più o meno da quintetto e, soprattutto, del secondo americano. Ne vien fuori un (non) match che vede Trapani prendere subito il largo e chiudere l’allenamento (neanche tanto intenso) con un quarantello di gap.

Terza gara quindi decisiva, contro la quotata Napoli che, al PalaConad, schiera nello starting five addirittura Roderick, arrivato il giorno prima in gruppo ed alle prese, prima ancora con i nuovi schemi, con lo studio dei nomi dei compagni, appena conosciuti. 

Anche qui, la band di coach Daniele Parente soffre il primo quarto, dimostrandosi “pesante” soprattutto nella manovra offensiva. Poi la scossa, che paradossalmente arriva da un’ispiegabile espulsione di Amici che, in contumacia Renzi, accorcia ulteriormente le rotazioni e permette un uso massiccio dei giovanissimi, Tartamella, Pianegonda e Dosen. 

Gli under, in particolar modo nel terzo periodo, mettono sul parquet una ferocia difensiva, e non solo, da urlo e scavano letteralmente il solco che Napoli, assolutamente sorpresa e frastornata, non riuscirà più a ricucire e che la 2B Control, di contro, gestirà con una certa scioltezza. 

Risultato, 76-61 per Trapani, primo posto nel girone azzurro e quarti di finale contro la migliore seconda, un’altra delle favorite, la Reale Mutua Torino di Alibegovic e compagnia. 

Inutile parlare di numeri e statistiche, in quelle che in ogni caso si presentano come “amichevoli ufficiali” ma, invero, delle considerazioni sui singoli, e sul gruppo, appaiono possibili.

L’organico costruito dalla coppia Davide Lamma-Nicolò Basciano non appare certo inferiore a quello precedente, probabilmente con meno punti nelle mani e “bombardieri” ma, certamente, con atletismo più diffuso, centimetri e chili a volontà soprattutto tra gli esterni. Possibilità quindi di “cambiare” costantemente in difesa, aggredire l’avversario e correre la transizione. 

Va detto che il girone di SuperCoppa non ha visto mettere piede sul parquet il capitano Renzi (problemi alla spalla) che, ovviamente, “toglierà” qualcosina in difesa ma, di contro, darà tanto in post basso e, soprattutto, costringerà i coach avversari a delle scelte difensive che, inevitabilmente, creeranno spazi invitanti per i compagni, sul perimetro e non solo.

Curtis Nwohuocha è parso più padrone del campo, garantendo aiuti e cambi difensivi da applausi, ed anche in attacco meno impacciato e pronto a ricevere sul pick and roll degli esterni (che intesa con Bonacini!). Quest’ultimo è stato uno dei migliori in questo primo trittico di gare, tecnicamente difficile definirlo under, poiché fisico, tiro e padronanza del ruolo lo fan sembrare un play-guardia già “consumato”. 

Mollura poi il solito lottatore indomito, in grado di giocare almeno tre ruoli e di ringhiare sul marcatore di turno e, soprattutto, sul match, cambiandone spesso il trend emotivo. Il colpo da novanta, La’Marshall Corbett, non si discute, “ventello” garantito e capacità di giocare a campo aperto da piano di sopra. 

Oltretutto pare particolarmente coinvolto nei meccanismi di gruppo, non solo tecnici e, per un americano, è merce rara. Dovrà scardinare le difese avversarie con la sua leadership ed il micidiale tiro da fuori, punendo i cambi sistematici sul pick and roll e, soprattutto, firmare (appunto) ricchi bottini. 

La personalità, la conoscenza del campionato, la capacità di costruirsi un tiro a giochi rotti…beh, fan proprio pensare che Trapani abbia firmato l’americano giusto!! Lo “spot” di “quattro” è dell’altro americano, il rookie Kenneth Goins che, naturalmente, deve ancora capire il gioco in Europa ma (così come nella sua carriera universitaria) non gli si chiede bottini clamorosi. Piuttosto di crescere di settimana in settimana, garantendo (questo si) presenza a rimbalzo, difesa e solidità di gioco. 

D’altronde, con Renzi e Corbett terminali offensivi designati, serviva un giocatore che “completasse” il lungo genovese, che garantisse un gioco fronte a canestro, “liberando” l’area e “coprendo” in difesa. Il biglietto da visita di Michigan (dove si “conosce” il gioco) depone in suo favore. 

La talentuosa ala Alessandro Amici, ex Eurobasket Roma e Fortitudo, ha finora steccato le prime uscite. Giocatore di spiccata personalità, sempre pronto a prendersi le proprie responsabilità quando occorre, non preoccupano di certo le percentuali non entusiasmanti del girone di SuperCoppa ma, invero, certe bizze di temperamento che Daniele Parente saprà di certo tenere a bada. 

Trapani infatti non può fare ameno di un esterno completo ed atletico come lui che, pur non essendo costante al tiro da fuori, non dovrà far mancare il suo apporto di (anche) di sostanza. 

La doppia cifra di media è ampiamente alla sua portata. Il pubblico ha anche apprezzato la pulizia cestistica, e la capacità di giocare due-tre ruoli, del play-guardia G a b r i e l e Spizzichini, ex Scafati e Tortona. Caratteristiche che sono linfa per mettere in pratica i dettami di coach Parente. 

Difesa, dinamismo, atletismo e duttilità tattica, ricoprendo (anche lui) tutti i ruoli sul perimetro, magari giocando guardia con Bonacini playmaker o, da regista, isolandosi in post basso contro avversari più piccoli.

Poi gli under, da Alessandro Ceparano (guardiaala dalle notevoli doti atletiche, finora un po’ timido), ai predetti Tartamella, Dosen e Pianegonda che completano il quadro di una squadra più “fresca” e, soprattutto, atletica della passata, in termini di esplosività, nonché tatticamente molto duttile, con diversi atleti pronti a ricoprire più ruoli, “approfittando” dei vari mismatch che di volta in volta andranno sfruttati nei confronti degli avversari di turno. 

Siamo andati un po’ “random” ma, a questo punto della preparazione (pur scandita da gare ufficiali), non avrebbe gran senso parlare di freddi numeri ma, questo si, le sensazioni son buone e pare che i presupposti per “divertirsi” non manchino. Poi vincere non fa mai male e, a questo punto, la SuperCoppa fa gola! 

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