L’ex squadra del patron Petroni batte i granata (in dieci) nel recupero e li spinge verso la C. Per sperare ancora di raggiungere i playout dovranno vincere le tre partite che rimangono e sperare che la Juve Stabia non raccolga più di due punti, mentre il Cosenza più di sei
Adesso il Trapani è molto vicino a dire nuovamente addio alla Serie B. Lo fa con onore, lottando sino alla fine, dando tutto ciò che aveva e che, vista anche l’assenza in extremis di Pettinari, purtroppo non era nemmeno molto. Ad affossarlo il Pisa, proprio l’ex squadra del patron Petroni, a conclusione di una partita in cui è successo di tutto.
Un esempio: il Trapani, in dieci uomini per l’ingenua espulsione rimediata da Coulibaly, è stato capace di rimontare due gol, ha mancato con Colpani il possibile sorpasso nel punteggio, per poi cedere nel recupero ad un’incornata di testa di Marconi. 3-2 e speranze di salvezza ridotte davvero al lumicino, anche a causa delle vittorie di Juve Stabia con il Chievo (perdeva 0-2, ndr) e del Cosenza a Pordenone.
In soldoni, i ragazzi di mister Castori per sperare ancora di raggiungere i playout dovranno vincere le tre partite che rimangono da disputarsi, quindi conquistare nove punti su nove, e sperare che la Juve Stabia non raccolga più di due punti, mentre il Cosenza più di sei.
Nei confronti degli stabiesi il doppio scontro diretto è contrario; è invece pari con il Cosenza. Ma appare fin troppo evidente che riuscire a metter su una combinazione del genere è piuttosto improbabile. Anche se la squadra ammirata nelle ultime giornate, compresa Pisa, probabilmente continuerà a metterci il massimo impegno possibile. Come lo stesso Castori ha più volte ammonito.
Tutto contro.
Soffermandoci sulla squadra, non possiamo sottacere come la fortuna non sia stata quasi mai dalla parte dei granata in questa stagione. Troppo spesso gli episodi hanno finito per girare sempre dalla parte opposta. Soprattutto nelle possibili partite che potevano dare una svolta. Pisa ne è solo l’ultimo degli esempi.
Essere costretti a rinunciare proprio a pochi istanti dal fischio d’inizio al proprio bomber (Pettinari) per un infortunio, in una partita che devi cercare di vincere e quindi hai bisogno di mettere la palla dentro, come possiamo chiamarla? Lo stesso direttore di gara designato, il signor Robilotta, non è certo da considerare un segno positivo del destino.
Non ha fatto sconquassi nell’occasione, ma quando lui incrocia la strada del Trapani le cose non vanno mai come si deve, anzi. Diciamo che non ci porta “bene”. E non aggiungiamo altro. Ma il rammarico trova sponda in tante altre partite. Come le rimonte subite con Juve Stabia, Empoli, Cosenza. Tutte in trasferta. Gare che se vinte avrebbero cambiato il cammino del Trapani.
Detto questo, però, non saremmo corretti se non ricordassimo che la situazione attuale non è certo figlia degli ultimi risultati. Il danno grosso viene da questa estate, quando è stata allestita una formazione iniziale come peggio non si poteva. Con tutta una serie di lacune tecniche e di organico che hanno fatto perdere per strada tanti punti. Non per niente nel corso dei mesi sono saltati uno dietro l’altro due direttori sportivi (Rubino e Nember).
E’ stato esonerato l’allenatore Baldini, peraltro col senno di poi in maniera assai tardiva. A gennaio sono stati ingaggiati tutta una serie di nuovi calciatori che, unitamente all’arrivo di Castori, hanno decisamente mutato l’assetto della squadra. Fatta eccezione per gente come Biabiany, costata tanta ma a rendimento prossimo allo zero.
Purtroppo però l’attualità ci dimostra come lo stesso cambio di panchina è stato fatto troppo in ritardo rispetto a quello che si doveva. E le domande da rivolgere a chi questa società l’ha amministrata in questo momento sarebbero tante. Dal momento che l’autolesionismo di Petroni e compagnia è parso davvero eccessivo. Incomprensibile.
Quanti errori.
Come può una tifoseria digerire il fatto che una società come il Trapani, impelagata con mani e piedi nella dura lotta per la salvezza, possa cadere nell’incredibile superficialità di non pagare in tempo gli stipendi di marzo? Ben sapendo che questo avrebbe portato ad una penalizzazione in classifica che, con l’attuale situazione, sta pesando come un macigno. Non si possono regalare ben due punti alle avversarie, rendendo improbo anche solo sperare nel miracolo.
Un atteggiamento societario che anche le stesse motivazioni della Corte Federale d’Appello hanno fortemente stigmatizzato. Parlando di “poca diligenza…”. A corredo di ciò, prima della trasferta di Pisa, è pure arrivata la richiesta di messa in mora da parte dei giocatori. Come a voler simboleggiare a tutto il mondo esterno l’ormai completa sfiducia degli stessi verso i propositi societari. In caso di C, non sarà facile adesso all’attuale proprietà presentarsi davanti ad una piazza delusa e perfino sbigottita. La credibilità del resto va conquistata sul campo, giorno dopo giorno.
Non solo con i proclami. Questo di conseguenza ingrandisce i timori per il prossimo futuro del Trapani. Anche se fino ad ora Petroni e Alivision, almeno a parole, hanno sempre smentito ogni possibilità di disimpegno.
Vendere una società eventualmente retrocessa in C non sarà certo facile e quindi, a rigor di logica, potrebbe anche avvenire che la “patata bollente” finisca per restare forzatamente tra le mani dell’attuale dirigenza. Non sarebbe certo la migliore delle evenienze, ma dobbiamo cominciare a pensarla anche in quest’ottica. Vedremo cosa accadrà nelle prossime puntate.
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