Ci fa vedere una realtà semplice e incontrovertibile: che un gruppo di uomini con limitate possibilità, può ottenere maggiore forza quando sa stringersi. E crolla quando invece non riesce a trovare il modo per unire le proprie forze. È una legge universale dello sport di squadra, che trova solare dimostrazione in questa formazione allenata da Daniele Parente.
Questa è una squadra che finora ha vinto tutto quello che poteva vincere e non spesso depone le armi senza lottare quando invece si rende conto che l’ostacolo da superare è troppo arduo. Un atteggiamento assolutamente comprensibile, ma che non potrà essere definitivo. Fermo restando che, con l’attuale la cifra tecnica presente nel roster, a questo gruppo non si può chiedere una classifica migliore, c’è da chiedersi quale sia il futuro prossimo di questa nostra formazione granata.
Personalmente, condivido molto di più le strategie di costruzione dell’organico degli ultimi due anni rispetto a quelle delle stagioni precedenti. In sostanza, per diversi campionati Pietro Basciano ha generosamente allargato il portafoglio, ingaggiando diversi giocatori con un ingaggio consistente, ma non avendo mai la possibilità di aspirare all’idea che la Pallacanestro Trapani potesse inserirsi nelle primissime posizioni di classifica. Una costosa situazione di galleggiamento che ha impoverito le casse della società, senza riuscire a trascinare la passione della città, che ha via via disertato il palazzetto sempre più visibilmente. L’inversione di tendenza degli ultimi due anni, con l’allestimento di squadre più ruspanti e meno costose, alla fine produrrà lo stesso risultato (il mantenimento della categoria) costando molto meno.
Morale: è proprio per questa ragione che Daniele Parente (finora ottimo il suo lavoro) deve convincere il gruppo preventivamente che i rovesci da “meno 40” in trasferta siano totalmente da evitare. Un gruppo pugnace e capace di andare in campo con la maglietta da battaglia non può permettersi il lusso di tirar fuori le proprie caratteristiche una settimana sì e l’altra no. Deve combattere al suo interno per mantenere le proprie peculiarità con costanza. Anche sul piano della classifica, i punti sono sempre pesanti. E così come potrebbe capitare uno scivolone in una gara alla portata della formazione granata, allo stesso modo non si può escludere che ci scappi il colpaccio in una domenica in cui l’avversaria sembrerebbe proibitiva e i presupposti sembrerebbero totalmente negativi.
In una stagione come questa, in cui il numero di retrocessioni è così consistente, saranno probabilmente due punti a fare la differenza tra una squadra retrocessa, una che disputerà i playout e una che si salverà senza passare da ulteriori sofferenze. In quest’ottica, il mantenimento pervicace di un’identità è l’ancora di salvezza più efficace per un gruppo che deve avere la lotta nel proprio dna. E’ soltanto con questo presupposto che la Pallacanestro Trapani arriverà all’ultima giornata della stagione regolare con la coscienza totalmente a posto. Non c’è altra strada percorribile.