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Dopo il 5-0 rifilatogli dalla capolista, il Trapani è chiamato alla vittoria nella gara di lunedì sera contro il Pisa; sarà decisivo concentrarsi su come superare l’ostacolo, senza farsi condizionare in alcun modo dall’ultima pesante sconfitta.

Serataccia nel Sannio per il Trapani e per quanti, come il sottoscritto, avevano deciso, sponda granata, di non perdersi il “testa/coda” della serie B.

Speravamo in una conferma delle buone cose fatte vedere da Evacuo e compagni nelle ultime tre gare ed invece è stato come assistere ad un passo indietro della squadra, sia nella prestazione che in termini di punti in classifica.

Nel calcio non c’è logica ed ogni gara è davvero differente dalla o dalle precedenti, ma almeno dare seguito alla striscia positiva di sette punti in tre gare era ciò che ci si aspettava dai granata.

Certo, il match in casa della lanciatissima capolista era il meno indicato per coltivare, se non ambizioni di vittoria, almeno la speranza di uscire imbattuti dal “Ciro Vigorito” e ciò sulla scorta proprio degli evidenti e concreti progressi che Scognamillo e compagni avevano messo in mostra nelle gare precedenti.

Legittima dunque la delusione dei tifosi che, invece, si sono visti catapultati all’indietro, ai tempi delle sconfitte in serie, senza se e senza ma.

La “manita” subita ad opera degli uomini di Inzaghi fa male e risveglia in noi tutti recenti paure ed insicurezze varie, mai del tutto sopite e superate.

La squadra è tornata a commettere alcuni errori individuali, che hanno determinato le prime due segnature avversarie ed è stato questo, più che l’indubbia differenza di valori in campo, a fare perdere la sicurezza in se stessi ai nostri calciatori, cosi faticosamente costruita nelle partite precedenti e a tagliare loro le gambe già sul finire del primo tempo.

Il goal fallito da Pettinari ad inizio ripresa è stato poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Anziché mutare l’inerzia della partita, i granata si sono consegnati, come una vittima sacrificale, al Benevento, che a furia di provarci ha trovato il terzo goal in contropiede, dilagando poi nel finale con le altre due marcature, quando ormai i nostri in campo non c’erano più con la testa.

Sotto questo punto di vista, ma solo questo, ai fini della classifica conta davvero poco di quanto si è perso : 1-0 o 5-0 poco cambia.

Quel che conta è però l’amarezza di chi ha dovuto assistere a questa “debacle” ed il dubbio, che si insinua come un tarlo, circa l’effettiva competitività della squadra granata, in vista delle rimanenti gare di campionato, da qui al termine del girone d’andata.

Nessuno, tanto meno io, è in grado di fare previsioni, ma è indubbio che nelle ultime quattro gare, che rimangono da giocare, il Trapani, se vuole coltivare concrete speranze di salvezza, dovrà conquistare non meno di 6 punti, così da girare a quota 19.

E le gare interne con Pisa e Perugia appaiono quelle più adatte, rispetto alle trasferte di Pescara e Crotone, per raggiungere tale obiettivo; almeno sulla carta, ma anche sulla base di quanto i granata sono riusciti a fare con un avversario di tutto rispetto come il Chievo.

La presumibile voglia di rivalsa della squadra tutta dopo la scoppola di Benevento ed il rientro probabile di Biabiany, al netto della vicenda legata al tesseramento del nazionale norvegese Strandberg, dovrebbero costituire due buoni motivi di riscatto.

Certo, non si può assolutamente tralasciare lo spessore dell’avversario di turno, il Pisa, che comunque scenderà al Provinciale senza il suo bomber Marconi, indisponibile da un paio di gare e con una prospettiva di sosta in infermeria di almeno altri quindici giorni, ma è abbastanza chiaro che quella di Lunedì sera in posticipo (calcio d’inizio alle ore 21,00) è una gara da vincere, anch’essa senza se e senza ma.

Solo in tal modo, unitamente ad un’altra vittoria anche con il Perugia, il Trapani potrà rimettersi in linea con la sopra citata tabella di marcia ed al contempo trasformare le residue due trasferte in un’occasione in più per innalzare l’asticella sopra quota 19 punti, senza troppo preoccuparsi dei punti che potrà totalizzare lontano dalle mura amiche.

Impresa non facile ma rispetto alla quale non c’è altra scelta. In questa fase del campionato le speranze di salvezza passano dal Provinciale.

Inutile rammaricarsi per come è andata a Benevento; non era quello il campo dove era “necessario” ottenere punti; pensiamo piuttosto che quello con il Pisa sarà un vero e proprio scontro diretto con in palio punti pesanti per la permanenza in B.

E dunque ciò che personalmente mi aspetto è una squadra, quella granata, che lunedì sera sappia ritrovare: determinazione, lucidità, iniziativa, efficacia offensiva e tenuta difensiva.

Tutti elementi che sembravano costituire patrimonio ormai acquisito da parte di Moscati e compagni ma che la sconfitta quasi tennistica di Benevento ha rimesso in discussione.

Spetterà dunque ai granata dimostrare sul campo che, Benevento a parte, possiamo davvero giocarcela con chiunque.

E non è tanto questione di moduli tattici o di modo di giocare, elementi che ormai sono abbastanza chiari e conosciuti, perché da tempo sviluppati ed acquisiti dalla squadra, quanto semmai di valori tecnici individuali, che, come contro il Chievo, possono essere annullati oppure volti a proprio favore, solamente se sostenuti da quella “fame agonistica”, che a Benevento è rimasta negli spogliatoi oppure si è fatalmente disciolta nella testa dei nostri ragazzi dopo le due sberle subite e l’occasione fallita, a cui ho fatto riferimento.

Ancora una volta un ruolo determinante lo avrà il pubblico di casa; è vero che sono sempre i calciatori con le loro giocate a trascinare gli spettatori ma è altrettanto vero  che un atteggiamento dei secondi, che sia consapevole dell’importanza della gara e del sostegno che dunque bisognerà infondere ai granata, potrebbe contribuire al conseguimento del massimo risultato.

Giochiamola dunque questa gara, con coraggio e veemenza. Ed, anche questa volta, vediamo poi che succede.

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