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E intanto il pallone ricominciò a rotolare…

Tornare a scrivere di calcio a queste latitudini, dopo tanto tempo e dopo tutto quello che ci è successo, fa un effetto alquanto strano. Quasi irreale

In verità abbiamo rischiato di non farlo più. Dopo le tante chiacchiere che hanno arrovellato per mesi i poveri tifosi della maglia granata, le possibili opzioni per la rinascita del Trapani Calcio sono finite miseramente nel nulla. Non fosse stato per la decisione dell’ex dirigenza del Dattilo di trasferire il titolo sportivo nella città capoluogo, oggi staremmo probabilmente pensando ad altro. Si è ripartiti intanto dalla Serie D, che non sarà il massimo per chi di recente ha calcato con merito i campi della B, ma di questi tempi bisogna anche sapersi accontentare. L’auspicio potrebbe essere quello di ripercorrere il cammino dell’allora Città di Trapani del presidente Birrittella che, partito dall’Eccellenza, cambiò in D il nome della sua società in Trapani. La variante non da poco fu però che al suo posto subentrò il comandante Morace, capace di avviare il grande rilancio del Trapani nel calcio che conta. Tutto prima o poi finisce e sostanzialmente con l’addio di Morace il declino è stata la più logica delle conseguenze. Avventurieri compresi, purtroppo. Queste prospettive per il presidente ex Dattilo, Mazzara, e per i suoi soci e collaboratori al momento non sembrano esserci. La distanza tra le residue forze imprenditoriali della città e il calcio, vista anche la crisi imperante del post-pandemia Covid, è sicuramente aumentata. Sperare in qualche nuovo intervento esterno serio è ancora più arduo. Ma siccome “ il tentar non nuoce” non si può negare a nessuno, seguiremo con attenzione, simpatia e tifo questa nuova realtà e vedremo sin dove ci si potrà spingere stavolta. Certo per Mazzara e compagnia non sarà possibile pensare solo alla salvezza, così come avveniva con la casacca del Dattilo, ma ci si attende quantomeno una programmazione che nel medio periodo possa portare il vessillo granata a lottare per un ritorno in Serie C. Un progetto che possa in pratica meglio attirare nuovi possibili investitori. Sicuramente sarà un giudizio soggettivo, dovuto al fatto che la nostra squadra del cuore vi abbia passato molti anni della sua storia ultra centenaria e che la realtà trapanese non lascia pensare in grande, ma abbiamo acquisito la consapevolezza che la Serie C fosse la dimensione ideale per vivere il calcio nella nostra città. In fin dei conti essa ha rappresentato una via di mezzo, il giusto compromesso tra il calcio dello show-business e dagli ingaggi spropositati di A e B e il calcio (semi) professionistico con tutta la sua miriade di squadre sconosciute o quasi, e poi la suddivisione per aree geografiche e l’alta densità di “nobili decadute” che regalava partite spesso più avvincenti sugli spalti che in campo, con cornici di pubblico che erano il vero punto di forza della categoria incarnando la vera essenza popolare di questo sport e il campanilismo, tratto distintivo del nostro paese. Senza scadere nella retorica, è probabile che con un calcio più a misura d’uomo, in cui è possibile effettuare una sorta di controllo popolare per scongiurare gestioni truffaldine e sceneggiate come quelle a cui abbiamo dovuto nostro malgrado assistere, sarà possibile invertire il trend e ridare dignità al calcio e ai suoi folli e inguaribili amanti che sono rimasti gli unici di fatto a combattere l’indifferenza nella quale sta sprofondando.

La squadra. Per quanto riguarda la squadra messa su in questo momento i giudizi possono solo essere parziali. E quindi li sospendiamo. Sia perché, con tutto il rispetto che si voglia, si conosce molto poco dei giocatori che la compongono e del reale livello delle avversarie. Sia perché, a causa del blocco forzato causa la positività al Covid di un calciatore granata, ha giocato due partite in meno. Nelle quattro giocate non si è visto nulla di eccezionale ma sono stati raccolti 7 punti; il gruppo a disposizione del tecnico, Moschella, è ancora chiaramente in costruzione. Gli stessi arrivi che si stanno ancora verificando lo dimostrano. Saranno comunque importanti i due recuperi con Cittanovese e Acireale per dare una veridicità alla classifica. Partite che se vinte porterebbero la formazione granata virtualmente a soli 2 punti dal primo posto. Onestamente ci si poteva aspettare qualcosa di più dall’ultima trasferta sul campo del Messina, che nelle precedenti cinque partite non aveva messo a segno nemmeno un gol e aveva colto un solo pareggio. Da qui il cambio di allenatore. Il Trapani, opaco nel primo tempo, ha prevalso sul piano del gioco e delle occasioni nella ripresa. Ma è riuscito a fare solo un gol, regalando subito dopo il pareggio al Messina per un vistoso errore difensivo. Quindi confermando una certa difficoltà in questa fase a finalizzare, che non è un difetto di poco conto. Aspetto sul quale Moschella dovrà evidentemente ancora lavorare. Una distrazione in difesa o un episodio contrario può sempre capitare, per questo le partite vanno chiuse quando si dimostra sul campo di essere superiori all’avversario. Il tempo per crescere c’è ancora tutto, a cominciare dalla prossima gara interna contro il Santa Maria Cilento, che mercoledì si presenterà al Provinciale con 8 punti in sei partite. Non inganni la classifica non ottimale, perché la formazione campana nella prima giornata di campionato è stata capace di rifilare tre gol (a zero) in trasferta all’attuale capolista Aversa Normanna, nell’unica partita nella quale ha lasciato dei punti. Ha tutta l’aria quindi di essere una squadra quadrata, di categoria. Pronta a vender cara la pelle. Un altro banco di prova utile a misurare lo stato di crescita di questo nuovo Trapani. E intanto il pallone ricominciò a rotolare…

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