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E’ l’uomo chiave della stagione dell’Asd Accademia Trapani. Federico Nolfo

E’ l’uomo chiave della stagione dell’Asd Accademia Trapani, anche se lui non è uno di quelli che si prende i meriti ma ragiona da collettivo. Ragazzo solare, sorridente e da 16 gol in stagione: sua – manco a dirlo – la firma del momentaneo 1-0 contro il Petrosino nella finale play off che ha permesso all’Accademia di andarsi a giocare la Promozione nel triangolare con Gemini e Villarosa. Federico Nolfo, il più classico dei numeri 9 vecchio stampo, si confessa ai nostri microfoni: «Bisogna dare merito a chi mi ha messo in condizione di realizzare tanti gol, che sono della squadra. Non mi aspettavo un’annata così profilica; è sicuramente una delle migliori perché sono molto tranquillo e soprattutto mi sto divertendo. Forse il fatto di giocare insieme a tanti ragazzi molto più piccoli di me mi ha fatto tornare ragazzino: la chiave di tutto è questo, sono sereno sotto tutti i punti di vista. Un sentito ringraziamento va al presidente Ciaramita, al DG Gambicchia e ai mister Amoroso e Tagliavia».
Adesso manca l’ultimo sforzo per chiudere con un lieto fine una grande stagione: «Non sarà facile, le partite che ci aspettano saranno delle finali, non si può mai dare per scontato l’esito. Le motivazioni vengono da sé; ognuno di noi troverà la giusta spinta per l’importanza stessa delle gare che andremo ad affrontare. Siamo una squadra composta da giovani – mi ci metto pure io (ride, ndr) – ma personalità più esperte come la mia, di capitan Cammareri e di altri dovranno fargli mantenere alta la concentrazione durante la settimana di allenamenti».
E pensare che Federico, classe 1990, aveva già pensato di lasciare il calcio. Mesi fa una chiamata che cambia tutto: «Non mi divertivo più, non avevo più stimoli. Un giorno mi chiamò Salvatore Tagliavia – preziosa presenza all’interno dello spogliatoio e allenatore in seconda di Alberto Amoroso – prospettandomi il progetto Accademia. Fui restìo all’inizio, mi sentivo tradito da questo sport; parlai con mister Amoroso al quale chiesi del tempo. Non diedi un’immediata disponibilità; feci tutta la preparazione estiva e mi sono nuovamente innamorato del calcio, complice un’alchimia immediata con i compagni di squadra e dove ho ritrovato Alessandro Cammareri, con cui avevo giocato al Trapani. Al cuor non si comanda, il primo amore non si scorda mai e non potrò mai finire di ringraziare i miei compagni per l’entusiasmo che mi hanno ridato e il divertimento ritrovato su un campo di calcio».
Una storia da raccontare, quella di Federico: partito nei Giovanissimi e poi con gli Allievi della Bruno Nardi – alla cui guida c’erano Giuseppe Busetta e Carmelo Mastai – fu ingaggiato dalla Reggina, allora ai massimi splendori della Serie A. «Ho avuto la fortuna di partecipare con la maglia amaranto a due campionati Allievi Nazionali, vincendone altrettanti, e due nella Primavera. Andai in D a Matera e tornai a Trapani, sempre tra i dilettanti. Qui cominciai bene ma la stagione fu compromessa per un grave infortunio». Da quello stop cambiarono le priorità per Federico, dal calcio concepito come possibilità, lavoro a mero divertimento. Esperienze in Eccellenza con Castellammare, Riviera Marmi, con il quale vinse un campionato in Promozione. La fiammella della passione però andava abbassandosi fino ad abbandonare il rettangolo: «Ringrazierò sempre Salvatore Tagliavia per quella telefonata, così come tutti i dirigenti che mi fanno stare bene; la positività che mi trasmettono la porto in campo».
«Aspirazioni future? Ho 32 anni, non sono giovanissimo ma ho un desiderio: quello che questa dirigenza, questo allenatore, questi ragazzi – con qualche altro innesto – salgano pian piano in categorie più prestigiose. Voglio continuare con l’Accademia e vederla crescere anno dopo anno».