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Ed è subito un Trapani da primato

Numeri alla mano partenza migliore per il Trapani in campionato non poteva esserci. Quattro vittorie su quattro partite giocate, due in casa e due in trasferta. Cinque, se aggiungiamo la partita di Coppa Italia vinta sul campo del Sant’Agata. Ma non è finita mica qui: 12 reti messe a segno contro le 0 subite (15 se aggiungiamo le 3 segnate in Coppa, n.d.r.). Un ruolino di marcia da “corazzata”, nulla da eccepire. In classifica solo il Siracusa precede i granata di un punto, grazie però alla gara in più disputata mentre il Trapani ha già osservato il proprio turno di riposo. Se la squadra allenata da Alfio Torrisi voleva convincere i suoi tifosi che il suo obiettivo finale non può che essere la vittoria del campionato, beh allora ha già fatto un rilevante passo avanti. Oggettivamente la rosa più attrezzata del Girone I è proprio quella che il presidente-patron, Valerio Antonini, ha affidato alle mani del tecnico catanese. Una rosa che peraltro di recente si è arricchita di altri due elementi di valore, quali Racine Ba (che abbiamo già visto all’opera da titolare) e Marco Crimi. Segno evidente che a in casa Trapani si vuole fare sul serio e nulla viene lasciato al caso. Almeno nelle intenzioni. Che fortuna, da questo punto di vista, per un tecnico poter contare su un presidente così affamato di successi e che non ti fa mancare niente. Certo il risvolto della medaglia ci sarà pure, perché è innegabile che il peso delle responsabilità cresce in maniera direttamente proporzionale alle ambizioni della società. Quando però si vince tutto passa in cavalleria con molta più facilità. Le lacune, piccole o grandi che siano, vengono occultate dalla legge non scritta ma più osservata del calcio, ovvero: “Chi vince ha sempre ragione”.

Rileggendo però il secondo tempo della partita di Agrigento, onestamente resta un dubbio. Perché la rosa più attrezzata del girone debba accontentarsi di un golletto di misura, strappato su rigore, quando avrebbe potuto coltivare qualcosa di meglio e provare a chiudere prima la partita. Tanta era apparsa la differenza di cifra tecnica tra le due formazioni che limitarsi a difendere l’1-0 è sembrato quasi uno spreco, un rischio inutile e anche pericoloso. Non perché l’Akragas avesse dimostrato chissà quale forza penetrativa, ma perché una palla fortuita, un rimpallo velenoso, può sempre capitare in un finale infuocato come quello di un derby. E poi con quel campo di patate lì. Invece il Trapani per tutto il secondo tempo ha preferito avvitarsi su se stesso e puntare sulla indubbia forza della propria difesa. Solo nella parte finale si è riaffacciato dalle parti dell’area avversaria e, guarda caso, ha colpito due legni in rapida successione. Perché allora non farlo prima? Perché lasciare troppo solo in attacco quel Cocco che sta dimostrando di essere un bomber di razza per la categoria? Costringendolo a fare a sportellate con i ruvidi difensori avversari, a rischio anche di farsi male visto che quelli non ci pensavano due volte a menarlo.  

Quello che è da capire ancora fino in fondo, riguarda il fatto se il Trapani giochi in questo modo perché è evidentemente ancora una squadra in costruzione oppure perché questo è l’atteggiamento tattico voluto dal proprio tecnico. Ed è un aspetto che capiremo solo vivendo, visto che il campionato è appena agli albori. Quello di cui pensiamo di poter esser certi è invece che i margini di miglioramento della squadra sono notevoli e in tutti i reparti. In questo possiamo dare credito a Torrisi quando in tempi non sospetti, ancora a bocce ferme, diceva che “i conti si faranno ad aprile-maggio”. Quindi quando saremo in grado di pesare i punti messi in cascina adesso, misurandone il valore. Certo è che con un presidente come Antonini alla lunga un calcio troppo sparagnino potrebbe non pagare. Il buon Valerio ha ormai conquistato (quasi) tutti in quel di Trapani per il suo incedere un po’ da sbruffone, un po’ da meraviglioso sognatore. Lui vuole soprattutto e sempre vincere. Un atteggiamento estremamente contagioso che sta cominciando a portare i suoi frutti. E finora bisogna riconoscergli che dalle parole è passato ai fatti, quelli veri. Andando dalla vittoria simbolica dei playoff di Serie D nella scorsa stagione con il Trapani, alla Supercoppa vinta alla grande con la squadra di basket pochi giorni fa. Investendo soldi, tanti soldi, nel calcio e nel basket, ma anche nei rispettivi impianti di gioco usciti fortemente rinnovati e abbelliti dal restyling a cui sono stati sottoposti. Se son rose fioriranno, come si dice in questi casi. Adesso toccherà a Città e tifosi fare la loro parte, dimostrando di poter meritare tanta grazia. E speriamo che duri.Massimo TANCREDI