Il cambio di allenatore in casa FC Trapani 1905 sembra sortire qualche effetto positivo. In tre gare di campionato, finora disputate, Massimo Morgia ha ottenuto due vittorie ed una sconfitta, attestandosi a 5 punti dai play out ed a 9 dai play off (secondo la nuova classifica che tiene conto dell’esclusione dal campionato dell’FC Messina).
Il campionato del Trapani dunque comincerà adesso, quando al provinciale scenderà la Vigor Lamezia, una delle favorite per la vittoria finale.
In quella occasione al Provinciale si vedrà di che pasta è fatto il nuovo Trapani di Morgia e se le distanze dai play off potranno vieppiù essere ridotte, al contempo allontanandosi dalla zona pericolo dei play out, ancora troppo vicina.
Questo, nell’immediato, è il target dei granata: risalire in classifica, attestandosi su posizioni più consone al blasone ed alla tradizione granata, uscendo dall’attuale momento di difficoltà, caratterizzato da una classifica e da un rendimento non certo soddisfacenti.
Morgia si è messo subito al lavoro, agendo sia sulla testa dei suoi amministrati sia sul piano tattico. Ha dato un nuovo modo di giocare a questa squadra, adottando il sistema di gioco 4-3-3 e per interpretarlo al meglio ha chiesto corsa, reattività e disponibilità al sacrificio massime.
Il tutto condito con un sano spirito agonistico, finora solo a tratti mostrato dai calciatori granata.
Ed è questo il punto focale del lavoro di Morgia, forse il problema più grosso:
le individualità che compongono l’attuale organico non sembrano possedere nella loro maggioranza quell’attitudine tipica dei campi di serie D: agonismo e corsa.
Bisogna tirarla fuori, e questo obiettivo si raggiunge in due modi:
allenando la testa dei giocatori a questo tipo di mentalità, aspetto ancora più necessario, visto che Morgia pretende di sviluppare in gara un pressing alto per andare subito a riconquistare il pallone; modificando la composizione dell’organico in sede di calcio mercato, facendo arrivare a Trapani uno o più calciatori funzionali ai principi di gioco dell’allenatore romano, toscano d’adozione.
In tal senso qualcosa si è già visto in questo mese di dicembre; via due calciatori che hanno espresso la volontà di andare via ma che per vari motivi non avevano convinto appieno (Tedesco e Gatto) e dentro uno dei fedelissimi di Morgia, quel Nicola Russo, attaccante, che proprio nella gara interna con il Portici ha spianato la strada al successo granata, sbloccando il risultato quasi allo scadere del primo tempo.
Il rinvio della gara successiva con l’allora capolista Gelbison, per quanto fastidioso, ha paradossalmente consentito all’allenatore granata di lavorare con maggiore tempo e tranquillità in allenamento per fare assimilare ai propri calciatori i nuovi schemi di gioco e la nuova mentalità e soprattutto per recuperare chi ancora era indisponibile a causa di infortuni vari (Pedicone e Bonfiglio).
Morgia, giustamente, in via generale vuole prima rendersi conto delle caratteristiche di tutti i calciatori in organico e solo successivamente dare eventuali indicazioni di mercato; discorso diverso per gli under, per i quali ha già richiesto due o tre arrivi, in modo da avere la doppia disponibilità per i ruoli in cui, abitualmente, il tecnico vorrà impiegare i predetti under, ruoli che non coincidono con le disponibilità attuali in organico.
Come appare evidente, quindi, di lavoro ce n’è ed il tentativo ultimo è quello di raddrizzare una stagione nata non nel migliore dei modi.
Il tutto rimanda alle scelte societarie di quest’estate:
a chi e perché ha deciso di puntare su un tecnico esordiente come Moschella, che non è riuscito a dare un assetto competitivo alla squadra; a chi e perché ha assemblato male un organico, che è poi risultato male assortito e pieno di doppioni, specie in attacco; a chi e perché ha atteso fin troppo tempo per assumere un allenatore di categoria, perdendo ulteriore tempo prezioso con l’interregno di Criaco.
La sensazione netta è che questa squadra sia stata costruita non seguendo un programma unico e condiviso ma pensato e realizzato da almeno due anime in società.
Una delle due è riconducibile all’apporto esterno di Antonello Laneri, consulente di mercato della società.
L’altra all’Avv. Fabiano, responsabile degli affari legali della società.
Con i risultati sotto gli occhi di tutti; la sensazione è che se, anziché scegliere un prospetto come Morgia solo il 25 novembre scorso, si fosse operata una scelta simile fin dalla scorsa estate, probabilmente oggi faremmo discorsi diversi e la classifica sarebbe senz’altro migliore, in linea con i programmi societari, che erano quelli di migliorare il sesto posto della stagione precedente (quando la società si chiamava Dattilo).
Adesso comunque la terapia d’urto è stata messa in atto ed un po’ tutti quanti speriamo nei suoi benefici effetti.
Dopo, però, bisognerà che i soci del FC Trapani 1905 facciano per bene i conti e si chiedano come e con quali mezzi programmare il futuro:
il Trapani ha bisogno di continuità, stabilità e quindi programmazione.
Se questi obiettivi risultassero irraggiungibili, si aprirebbero scenari preoccupanti, che solo con un cambio di proprietà potrebbero essere risolti. Con tutte le incognite che passaggi del genere si portano inevitabilmente dietro.
Insomma non c’è tempo da perdere ed il futuro prossimo della maglia granata si scriverà fin dal prossimo mese di Gennaio, guarda caso in concomitanza della riapertura del mercato (settore professionisti).
Francesco Rinaudo