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Il Trapani, i tifosi e gli altri: comunicazione, razionalità e passione

Sotto il profilo squisitamente agonistico la squadra ha consolidato il primo posto in classifica, portando a ben sette punti il vantaggio sulla seconda, il Siracusa.

Ci è riuscita grazie ad una continuità di risultati impressionante, che va dalle vittorie esterne conseguite a Vibo Valentia (5-2) ed a Casalnuovo (2-1) a quelle interne con Akragas (4-1) e Canicattì (7-0), fino a quella rocambolesca ed entusiasmante di Andria, perché ottenuta negli ultimi due minuti di recupero dei sei complessivi concessi, che ha consentito ai granata di accedere alla semifinale di Coppa Italia di serie D, in cui nella doppia sfida del 28 febbraio e del 13 Marzo prossimi affronteranno l’Imolese.

Indubbiamente, risultati più che positivi, che sono il frutto del lavoro quotidiano sul campo e della programmazione societaria, che non ha lesinato sforzo alcuno, pur di consegnare al tecnico Torrisi un organico di prima squadra competitivo rispetto all’obiettivo stagionale, fissato dal Presidente Antonini: vincere in modo netto e perentorio questo campionato. Senza se e senza ma.

Prova ne sia l’attuale consistenza numerica dell’organico: con gli ultimi arrivi degli attaccanti Convitto, Sartore e Montini, del portiere Antonini (’04) e del difensore centrale Gelli, sono ritornati ad essere ben 30 i calciatori di prima squadra, suddivisi fra 17 over e 13 under. Numeri importanti, da rosa di categoria superiore.

Per non dire, poi, della consistenza qualitativa dell’organico, formato in maggior parte da calciatori di categoria superiore, capaci di risolvere le partite con gesti tecnico/atletici, che sono un lusso per questo campionato.

Ecco, se c’è un aspetto che salta subito all’occhio, è proprio quello dell’enorme differenza di valori tecnici (individuali e di squadra) fra il Trapani e tutto il resto delle formazioni del girone “I”, a parte il Siracusa e, in misura minore, la Vibonese, proprio da noi ridimensionata.

Ciò ha compensato l’unico, vero limite, a mio avviso, di questa squadra, che però, va detto, non ha influito finora sul suo rendimento, che è quello della mancanza di un’efficace e fluida manovra offensiva, malgrado la notevole qualità individuale a disposizione, tale da non entusiasmare il pubblico per il gioco proposto nella maggior parte delle gare interne ed in molte di quelle esterne e tale da averci creato qualche difficoltà, quando si è trattato di sbloccare il risultato, oppure di rincorrere gli avversari, in occasione di qualche momentaneo svantaggio.

Ci hanno però pensato i calciatori in campo, con il loro ineguagliabile talento, a risolvere le situazioni di momentanea difficoltà, anche le più intricate, determinando vittorie, anche in rimonta, davvero impareggiabili sul piano emotivo per i tifosi granata, oltre che pesantissime ai fini della classifica (significative, in tal senso, nelle ultime gare le prestazioni di atleti come Convitto, Bollino e Cocco, che vanno ad aggiungersi a quelle ormai consuete dei vari Acquadro, Pino e Kragl).

Di questo aspetto, credo, ci sarà tempo e modo di occuparsi da parte della dirigenza, perché in prospettiva futura (vedi serie C) potrebbe costituire un problema, a meno che, in caso di partecipazione al campionato professionistico, si costruisca nuovamente un organico di categoria superiore, così come fatto quest’anno in D.

Ma per adesso va indubbiamente bene così, perché, come ho sempre ripetuto, non bisogna mai perdere di vista l’unico, vero obiettivo di questa stagione, che è quello di abbandonare definitivamente il campionato di serie D, proiettandoci verso il professionismo.

E la squadra sta dimostrando con i fatti di essere più che in linea con i propositi di vittoria finale.

Spostandoci adesso sul piano societario, oltre a quanto già fatto in termini di corposi investimenti sia nella gestione della corrente stagione sportiva che sugli impianti di gioco (il Provinciale, oggetto di un maquillage imponente, manto erboso compreso e campo di Villa Mokarta, dove il Trapani interverrà con complessivi 248.000,00 euro per alcune migliorie da apportare alla struttura di proprietà del Comune di Erice e destinata al settore giovanile granata), pongo l’attenzione su un aspetto, quello della comunicazione, su cui Valerio Antonini si è molto speso.

Su quella interna, ossia quella con i propri tifosi, la città e le sue istituzioni il presidente ha raggiunto risultati ragguardevoli:

non solo in termini di abbonamenti e presenze allo stadio (siamo su una tendenza che spesso va oltre i 5000 spettatori a partita, numeri enormi per la serie D) ma soprattutto per come, a mio avviso, l’imprenditore romano ha saputo riaccendere l’entusiasmo degli sportivi e fare sentire davvero il Trapani un bene della città, di tutti i trapanesi.

Tutto ciò anche attraverso varie iniziative, che hanno visto la squadra, i tecnici ed i dirigenti tra la gente, collegandosi in tal modo con i corpi intermedi (ricordo, tra le altre, le visite ai bambini della scuola calcio granata, a quelli del rione Fontanelle ed a quelli del reparto di pediatria e di chirurgia pediatrica dell’Ospedale Sant’Antonio Abate), fino a dedicare un momento di incontro fra tifoseria e calciatori, così come fatto per il basket, presso i locali dello store del Provinciale, che mi auguro sia reiterato a cadenza periodica. Ed, in alcuni casi, è stato financo lo stesso Antonini ad intrattenersi con i tifosi presso lo store, sia del calcio che del basket, a sottolineare la vicinanza fra il vertice societario e le due tifoserie, a cui il Presidente riserva sempre voce ed ascolto.

Politica intelligente e che va verso l’obiettivo di avvicinare sempre più i trapanesi, specie i più giovani, ossia i tifosi del futuro, alla squadra ed alla società.

Questo aspetto della vita societaria da sempre ha rappresentato una sorta di mio personale pallino; ricordo infatti che, sia durante la gestione Bulgarella (anni ’90), sia durante quella Morace (anni 10 di questo secolo), in momenti di evidente calo di partecipazione ed interesse verso squadra e società, più volte avevo sollecitato i vertici societari, nel primo caso, ad aprirsi con decisione alla città, coinvolgendo in iniziative di incontro con i tifosi e nelle scuole i calciatori dell’epoca, oltre a rivedere la politica dei prezzi, mentre, nel secondo caso, ad una maggiore attività di “esternazione” da parte del Comandante Morace con stampa e tifosi.

Rimasi inascoltato, sia nell’una che nell’altra situazione.

Adesso, c’è un Presidente che fa entrambe le cose ed esattamente come il sottoscritto se le era immaginate tanto tempo fa. È, a mio avviso, la scelta più efficace e lungimirante e non può che cementare ancora di più il rapporto fra la squadra, la società ed il suo pubblico, sia per l’oggi che per il domani. Complimenti ed avanti così!

Ed è per questo, considerato tutto quanto detto fino ad ora sul legame intenso fra tifoseria e Presidente, che stona parecchio il preannunciato deferimento della società granata da parte della Procura Federale della FIGC, che con proprio comunicato del 7 Febbraio scorso ha informato il Trapani che intende chiamarlo a rispondere, per responsabilità oggettiva (sic!), in merito ai fatti violenti commessi dai suoi sostenitori nelle aree adiacenti l’impianto sportivo, dopo il termine della gara disputata il 01/11/23 allo stadio Granillo di Reggio Calabria contro la Fenice Amaranto.

A parte che, a mia memoria, non ho notizia di decisioni in cui, per le intemperanze ed i danneggiamenti messi in atto dai propri sostenitori all’esterno di uno stadio, si chiami a risponderne anche la società sportiva, che nulla ha a che fare, in tutta evidenza, con quelle attività facinorose.

In ogni caso, rimangono il danno grave d’immagine e le possibili conseguenze disciplinari che al Trapani potrebbero derivare da quel deferimento, a causa proprio dei suoi tifosi, cosa che il Trapani assolutamente non merita.

Ma ritornando, dopo questa digressione, all’argomento “esternazioni”, mi occupo adesso della comunicazione esterna, ossia quella con le altre società e/o, per via indiretta, con le altre tifoserie.

In qualche occasione la società granata ha finito col dare spunto ulteriore, con dei post sui propri canali social, alle discussioni in precedenza sorte fra opposte tifoserie, alla vigilia di gare importanti come quella fra Siracusa e Trapani; discussioni che per loro natura, essendo intessute da e fra tifosi, peraltro non certo sereni, non erano ovviamente né pacate né distensive né lo sono diventate, dopo che nell’agone mediatico dei social è intervenuta anche la nostra società.

Il Trapani, inoltre, sempre attraverso i propri canali ufficiali o attraverso pubbliche dichiarazioni, ha anche risposto a dichiarazioni pubbliche di altri presidenti, facendo, a sua volta, in una occasione, a voce del suo Presidente, delle dichiarazioni a proposito di gare disputate da altre società.

A tale riguardo, premetto che, a mio avviso, le relazioni fra società sportive sono molto simili a quelle diplomatiche: è meglio averle che non averle e, possibilmente, meglio averle buone; con chiunque.

Sotto questo punto di vista, in un mondo in cui tutto viaggia sulla rete e tutti possono apprendere ciò che su di loro gli altri dicono, si è invece spesso instaurata una sorta di contrapposizione dialettica fra i massimi rappresentanti di alcune delle società del girone I della serie D.

Ci ricordiamo un po’ tutti il botta e risposta a suon di pubbliche dichiarazioni e/o comunicati ufficiali fra noi ed i presidenti di Akragas e Vibonese e con la società del Real Casalnuovo, nei confronti della quale il Trapani si è riservato di adire le vie legali a tutela dei propri diritti; ci ricordiamo anche le dichiarazioni del nostro Presidente sulla gara fra Siracusa e Canicattì (dichiarazioni a seguito delle quali la Procura Federale ha aperto un’inchiesta).

Per carità, ognuno è libero di dire ciò che meglio ritiene e di rispondere, qualora lo ritenga opportuno, a chi lo tira in ballo ma, a mio avviso, non è stato utile da parte della società granata partecipare a questa sorta di gioco mediatico, perché foriero solo di sterili diatribe verbali, che non hanno giovato a nessuno, men che meno al Trapani ed ai suoi tifosi. Soprattutto, non era così necessario, sempre a mio avviso, per una semplice ragione: il Trapani ha affermato la propria superiorità sul campo, sta comandando in modo chiaro il campionato e questo è il risultato migliore da un punto di vista di immagine e di comunicazione, perché ci dice in termini altrettanto chiari ed inequivocabili della bontà del lavoro svolto in primis proprio dal Presidente Antonini.

Gli altri che parlino e dicano pure; alla società granata basterebbe andare dritta per la propria strada, ben sapendo qual è il suo ruolo, senza curarsi di rispondere a qualsivoglia provocazione mediatica o senza finire per dare il destro a schermaglie social fra tifosi, che non portano a nulla, se non ad esacerbare gli animi, concentrandosi solo sui fatti del campo. Almeno, personalmente io la vedo così e ritengo sia utile porre all’attenzione della società granata queste mie opinioni, in un clima di confronto costruttivo.

Capisco altrettanto bene che talvolta non è facile rimanere silenti, senza rispondere, oppure senza dire la propria su fatti e circostanze particolari, specie per chi, come Valerio Antonini, oltre ai soldi, ci mette anche passione e sacrificio, senza risparmio di tempo o energie.

Nel nostro Presidente, per usare un’immagine esemplificativa, a mio avviso convivono, talvolta in competizione fra loro, due tratti della persona, che lo contraddistinguono e lo definiscono compiutamente: la razionalità del capitano d’industria ed il sentimento, il trasporto di chi si sente ed è il primo fra i tifosi delle proprie squadre di calcio e di basket.

Auspico che il primo aspetto, quello della razionalità, prevalga il più possibile sul secondo, quello passionale ed istintivo, ovviamente nel solo ed esclusivo interesse del Trapani, che ha un suo percorso da fare e prestigiosi obiettivi da conquistare.                 

Francesco Rinaudo