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27-8-19 Forza Trapani è anche Online
Gli articoli del giornale Forza Trapani. Calcio, Basket e tutti gli altri sport che interessano il nostro territorio.

La Shark non molla la presa, memore dell’obiettivo che gli ha assegnato il suo presidente.

Poco importano i record e se verrà centrato il velleitario e quasi impossibile target di vincere tutte le partite fino alla fine. L’importante sarà quello di conquistare la promozione in A, giustificando e mettendo a frutto i tanti investimenti fatti da Antonini.

Gruppo di atleti vincenti

Trapani continua, dunque, ad allungare la sua striscia vincente, impensabile e senza precedenti, imbattuta in trasferta, confermando di avere a fondamento del proprio gruppo una squadra fatta di atleti senz’altro di esperienza, di valore ma soprattutto vincenti. Già abituati ad esserlo o che vi ambiscono. Del resto, si sa che quando vuoi vincere un campionato, a tutti i livelli, il primo fondamento è quello di affidarti a giocatori che hanno già vinto quel torneo e che hanno ancora tanta voglia di farlo. Se poi, per alcuni, primo fra tutti capitan Mollura, ci metti anche il cuore, il mix non può essere che vincente. Del resto, guardando il dopo partita a Torino, con la carica e l’incontenibile gioia del capitano granata, si ha l’esatta misura di quanto il buon Marco ci tenga più di ogni altro compagno a vincere, memore di quello che ha passato nelle ultime stagioni ma oggi a un passo da un sogno che difficilmente avrebbe immaginato di poter coronare. Certamente quella di Torino per lui era una gara particolare, vuoi per le difficoltà fisiche incontrate nella stagione, vuoi per l’opportunità di poter giocare di più, vista l’assenza di Mian e non ultimo per la sua passata militanza sotto la Mole. E la risultante è stata sotto gli occhi di tutti.

                                            Corsi e ricorsi

Inutile rimarcare che nelle gare fra Trapani e Torino le emozioni non siano mai mancate e che le due squadre -sebbene Trapani con proprietà diverse- abbiano dato vita a gare indimenticabili, in casa e fuori. Se i miracoli erano finora riusciti quasi sempre ai granata, vedasi qualche storica vittoria ottenuta in rimonta al Palailio, stavolta ad andarci vicino, con una seppur vana remontada è stata la squadra piemontese. Una gara analoga a quella del passato torneo, quando, a sorpresa, incredibilmente, Trapani, decimata in organico, dominò, bloccandosi nel finale, in maniera analoga a quella di qualche giorno fa, rischiando alla fine di perdere. E poi qualche analogia con il passato c’è anche relativamente all’accoglienza. I più attenti e attempati tifosi ricorderanno che a Torino non si sia trattato di una novità. Per motivi completamente diversi, svariati anni fa, ai tempi di Vento, Garraffa e Renzi, soprattutto il gruppo dirigente granata venne fatto oggetto di aperta contestazione e insulti, in dipendenza della “questione” della sponsorizzazione da parte della Birra Messina. Ben altra roba però.

Ma, adesso, che a Torino ci sarebbe stata un’accoglienza tutt’altro che ospitale era pressoché scontato, sebbene la tifoseria piemontese risulti divisa in tre frange che dialogano assai poco fra di loro.  Il video proietatto all’andata, le ripetute punzecchiature fra i due presidenti e non soltanto fra di loro, autorizzavano a immaginarlo. A questi livelli, però, davanti alle telecamere della Rai, neanche i diretti interessati se lo sarebbero, di certo, aspettato. Primo fra tutti: Valeriano D’Orta. Già separato in casa a Torino e oggi rinato sotto la gestione Antonini. Provvidenziali, comunque, appaiono, gli ultimi comunicati della Lega e dai vertici delle due società per cercare di porre fine all’inutile querelle, alimentata da un crescendo rossiniano di botta risposta, da una parte e dall’altra; fine a sé stesso. Meglio, dunque, concentrarsi sui fatti prettamente sportivi. 

                                            La lezione da imparare

Se la soddisfazione di aver vinto a Torino è indubbiamente grande, di contro il black out degli ultimi 3 minuti ha lasciato l’amaro in bocca. Bene che sia finita così. A perdere quella partita sarebbe stata solamente Trapani, giammai Torino a meritarla. Insomma, si sarebbe trattato di un suicidio collettivo, dopo aver indirizzato e dominato il match nel terzo quarto e per buona parte dell’ultimo. Una palese superiorità, evidenziata da un’incredibile sgasata che aveva portato i granata a +16 ma che Trapani ha saputo vanificare. Un evidente calo di concentrazione, di lucidità, di pessime scelte offensive che hanno ispirato i giochi a campo aperto dei torinesi. In parte, la squadra ha mollato di “testa”, credendo di aver già vinto, avanti di 15 a meno di 3’ dalla fine, smarrendo il costrutto offensivo, senza affidarsi al suo play Imbrò, lasciando a Marini, su tutti, la ricerca del canestro e soprattutto la gestione della palla. Conseguentemente, a nozze i locali, che nulla ormai avevano da perdere, gasati dalle triple del duo De Vico, Pepe, invece, con i granata capaci di segnare appena due tiri liberi dalla lunetta, per un fallo gialloblù regalato a metà campo. Un finale, fortunatamente indolore, che deve servire da monito, da vera “lezione” per il futuro, come opportunamente sottolineato dal coach Parente. Del resto, la ricerca della maggiore continuità nell’arco della partita, rimane uno degli obiettivi che la squadra può e deve compiere nel percorso di miglioramento.    

Le assenze

L’assenza di Rodriguez, out da fine dicembre e ancora alle prese con il recupero dopo l’intervento chirurgico alla mano, nelle ultime settimane era passata quasi inosservata. A riprova della forza e della lunghezza del roster della squadra che aveva continuato a spazzare le avversarie senza soluzione di continuità. Ma se ci metti anche l’assenza di Mian, per motivi ufficialmente ancora non dichiarati, ovvio che la squadra ne possa risentire. La conferma è arrivata evidente proprio nel finale della gara di Torino, con la pesantissima assenza del play granata che sarebbe stato indiscutibilmente di grande ausilio per poter chiudere senza patemi la contesa.

                                            Aria e prova play-off

A Torino, comunque, si è iniziata a respirare l’aria dei play-off, a saggiarne l’atmosfera. In pratica, si è trattato di un vero e proprio esame in vista delle gare della post season. Quasi un anticipo dei match che con tutta probabilità vedranno opposti i granata anche ai torinesi. Proprio Torino, infatti, in conseguenza della sconfitta e dei recenti risultati di Cantù sembra destinata a poter essere un’avversaria diretta in uno dei due tabelloni nel quale la Skark approderà come testa di serie e, quindi, con la possibilità di giocarsi ogni eventuale bella sul proprio campo.

Utile ricordare che il tabellone dei granata per la promozione in A li vedrebbe potenzialmente impegnati, al termine della fase ad orologio, con la terza, la quinta e la settima del proprio “girone verde”, oltre che con la seconda, la quarta, la sesta e l’ottava del “girone rosso”.

Parente

Così mentre Trapani veleggia spavaldamente al primo posto, il compito più difficile continua ad averlo il suo coach, obbligatoriamente votato a tenere alta la tensione e la carica agonistica. A dargli una grossa mano, nei rapporti con la squadra, certamente il suo presidente, sempre sul pezzo nell’instillare ai suoi, motivazioni ma anche qualche rimbrotto, certamente  alla luce di quanto accaduto nel finale a Torino. Insomma, guai a mollare di un centimetro o a compiacersi troppo di quanto fatto, perché al momento i record e le vittorie ottenute valgono ben poco in termini di risultato finale. Insomma, Trapani è chiamata a confermare di domenica in domenica che è la più forte e che tutto dipenderà più da sé stessa e dalle prestazioni del proprio gruppo, che dalle avversarie dirette.

In altri tempi, certamente sarebbe stato lecito preoccuparsi del fatto che la squadra sta asfaltando tutte le avversarie e che insomma è entrata in condizione assai prima della decisiva fase dei play-off. Ma l’atteggiamento, la determinazione, la voglia di vincere della squadra, dello staff, della proprietà e della stessa tifoseria – che ci si augura possa essere sempre un po’ meno salottiera con il passare delle settimane- lasciano grandi margini di tranquillità e fiducia.

Ultime due gare della prima mini fase

La gara interna con la Luiss Roma e la trasferta con Rieti rappresentano le ultime due gare della prima fase. Il tutto alla vigilia della fase ad orologio, con dieci gare che vedranno i granata affrontare al Palashark: la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la sesta del “girone rosso” e in trasferta: l’ultima, l’undicesima, la decima, la nona e l’ottava sempre dell’altro girone.  

Al termine, i relativi punti conquistati verranno ad aumentare la dotazione di quelli già in carico nella prima mini fase, determinando la classifica finale di ogni rispettivo girone e conseguentemente le griglie dei due gironi dei play off. Insomma, non siamo se non a metà di un lunghissimo percorso, con le ultime gare che, peraltro, varranno un’intera stagione. E allora … il traguardo è alla portata ma ancora lontano e irto di difficoltà.

Peppe Cassisa