Cominciare un campionato con due pareggi interni contro formazioni di secondo piano, come Mariglianese e Cittanova, non è certo il miglior modo per presentarsi alla propria gente. Nel giro di quattro giorni il Trapani, dopo l’incoraggiante vittoria di Sant’Agata di Militello, avrebbe potuto dare una prima “aggiustata” alla sua classifica, battendo anche l’abbordabile Cittanova al Provinciale. Così non è stato e al contrario, i granata, hanno rischiato di lasciare l’intera posta in palio agli avversari, capaci al minuto 93 di andare in gol con Figini. Gol forse viziato da una carica sul portiere, non ravvisata però dall’arbitro; uscita forse imprudente di Summa. Il Trapani ha avuto il merito di non mollare e trovare il pareggio con un rigore trasformato da Kosovan qualche istante dopo. Una reazione più di nervi che lucida, che almeno ha evitato la beffa. La squadra di Torrisi, pur non giocando una buona gara, non avrebbe certo meritato di uscire sconfitta. Anche se di fatto non battere il Cittanova, soprattutto questo Cittanova visto all’opera al Provinciale, è sicuramente una mezza sconfitta. Se consideriamo i pronostici estivi, in queste prime tre partite disputate (il Trapani ne deve recuperare due, ndr) sarebbero dovuti arrivare 9 punti e non i 5 indicati dalla classifica. Il divario tecnico e i diversi investimenti sul mercato con gli avversari affrontati finora non potevano far pensare diversamente. Così non è stato e il Trapani ha finito per perder punti preziosi proprio nelle due gare casalinghe. Pur con tutte le attenuanti del caso, non si può di sicuro far finta di niente; soprattutto quando in testa ci sono già due formazioni che con cinque partite giocate hanno fatto bottino pieno. Catania e Lamezia hanno fatto fin da ora il vuoto con 15 punti conquistati sui 15 disponibili. E aspetto ancor più preoccupante per le avversarie è che entrambe hanno vinto e hanno realizzato molte reti pur non incantando sul piano del gioco. Segno evidente che Giovanni Ferraro e Raffaele Novelli, i due allenatori, dispongono di organici di assoluto livello rispetto a tutte le altre avversarie del girone. Due formazioni dal tasso tecnico molto elevato che permette loro in questa prima fase della stagione di vincere pur non essendo ancora al top. In questo contesto ci si comincia a chiedere quale allora potrà essere il ruolo di questo Trapani, partito con annunciate velleità ma già costretto a rincorrere.
Quale gioco? L’allenatore del Trapani, Alfio Torrisi, nell’ultimo post partita (mentre scriviamo si deve ancora disputare la gara esterna contro il Locri, ndr) ha parlato, bontà sua, di una squadra comunque in crescita, capace di giocare un secondo tempo che dà speranze per migliorare in futuro. Certo, l’ottimismo aiuta a vivere meglio, quindi Torrisi fa bene a professarne in quantità tale da non scoraggiare i suoi giocatori. In realtà la prestazione dei granata, così come del resto le altre due prima, non è stata particolarmente convincente. Destando non pochi dubbi proprio sull’immediato futuro e sulla reale qualità complessiva della squadra stessa. In modo specifico è la produzione offensiva che lascia perplessi e una costruzione di gioco che non sembra per nulla da squadra di vertice, o che quantomeno aspiri a diventarlo. Il fatto che il Trapani abbia messo a segno soltanto 2 gol finora, e entrambi non su azione, dimostra che i problemi maggiori sono proprio nella costruzione di occasioni da rete. E anche quando queste arrivano i granata non brillano nemmeno in precisione. Contro il Cittanova, infatti, le poche palle gol avute sono state fallite malamente e non sono state comunque frutto di un gioco fluido e lineare, piuttosto della foga e della voglia di raggiungere comunque la prima vittoria in casa. Musso su tutti in quanto ad errori sottoporta, però anche il tanto reclamizzato Mokulu, entrato soltanto nella ripresa, non è sembrato un fulmine di guerra in quanto a determinazione sottoporta. Impacciato nelle movenze e mal servito dai compagni. Da un elemento che ha calcato campi più prestigiosi della Serie D ci si aspetterebbe ben altro contributo. La maniera con cui sono giunti i due pareggi interni evidenzia le difficoltà che il Trapani incontra al momento quando deve confrontarsi con difese schierate e arcigne. Mentre si è trovato meglio nella gara di Sant’Agata perché gli avversari giocando in casa hanno necessariamente dovuto concedere maggiori spazi. Torrisi, quindi, dovrà ancora lavorare tanto proprio su questo aspetto, se vorrà veramente proporre una squadra competitiva. Peraltro non sappiamo competitiva fino a che punto e verso quali avversarie, visto che le due battistrada sembrano, a prescindere, di ben altra pasta e soprattutto il Catania non crediamo possa perdere molti punti in un campionato tecnicamente piuttosto povero. Magari se il nuovo vertice della Società granata, presieduta da Marco La Rosa, volesse esprimersi meglio sul reale obiettivo di questa stagione non sarebbe male e, anzi, questo creerebbe un maggior “trait d’union” con una tifoseria che, scottata dal recente passato, prima ancora che nelle vittorie per innamorarsi davvero del nuovo corso spererebbe in una trasparenza e linearità di programmi.
Massimo TANCREDI