Obiettivo centrato. Una promessa mantenuta dal patron Antonini, a fronte di ingenti investimenti, con l’allestimento di un roster, lungo e di primordine, fatto di atleti vincenti, diventato, strada facendo, non bastevole nei numeri (ne sanno qualcosa Renzi e Rodriguez) dopo l’arrivo di Alibegovic e Gentile. La A non è più un sogno ma una realtà. Trapani riconquista la massima serie nella pallacanestro italiana dopo 32 anni, con presupposti diametralmente opposti fra le due stagioni vincenti. Allora fu veramente una manna dal cielo, adesso, invece, si tratta di un traguardo fortemente voluto, annunciato e frutto di una programmazione.
Stagione trionfale
In realtà, al di là del meritato successo finale si è trattato di una stagione trionfale, con la vittoria della SuperCoppa, in avvio di stagione e con la semifinale di Coppa Italia, persa in malo modo e che ha determinato il ben noto, a prima vista anomalo, cambio di guardia alla guida tecnica di Parente con Diana. Ma sono soprattutto le cifre, le statistiche a confezionare e confermare l’incredibile performance. Appena 5 le sconfitte nell’intera stagione di campionato, con 12 punti di vantaggio, al termine della stagione regolare, comprensiva della fase ad orologio, sulla seconda, 18 sulla terza, con le incredibili e impensabili 17 vittorie di fila, merito anche di coach Parente. E poi le oltre 3000 presenze medie sugli spalti, più che triplicate rispetto alla stagione precedente, con un notevole incremento del numero degli abbonati. Il tutto, in un rinnovato palazzetto, con oltre 100 nuovi posti in gradinata e 700 nell’anello superiore, portanti la capienza a oltre 4300 posti. E anche gli 850 mila euro di incassi nelle gare al PalaShark, con 120 mila euro in gara-2 con la Fortitudo Bo, con i sold out in 6 gare stagionali … Ma sono solamente alcuni dei numeri, perché l’elenco dei record che hanno sugellato l’impresa granata potrebbe facilmente essere allungato.
Alibegovic: devastante e decisivo
A decidere la stagione, gli ingaggi prima della chiusura del mercato, in piena fase ad orologio, di Gentile e Alibegovic, quest’ultimo rivelatosi determinante, decisivo nelle semifinali e nella finale dei play off. Un giocatore di ben altra categoria come ha confermato la prestazione monstre nella decisiva gara 4 a Bologna. Una scelta di qualità, quella di Antonini, che ha messo anche al riparo da eventuali infortuni, impossibili da arginare nei play off e che hanno fatto fuori la capolista dell’altro girone, Forlì, miseramente affondata per via dell’infortunio del suo 2/3 americano. Poco o nulla così ha pesato sul verdetto finale l’infortunio in gara 3 di Gentile. Con la possibilità di alternare in regia Rodriguez con Imbrò, risultato anche lui determinante con la bomba decisiva a 40” dalla fine che ha spaccato la partita e che rimarrà per sempre nella mente dei tifosi granata.
Antonini rilancia: Repesa
Ma la A non basta, perché Antonini rilancia. Si ripartirà così da un guru del basket, il neo coach croato Jasmin Repesa, plurititolato a livello nazionale e internazionale. Un matrimonio annunciato quello con Repesa, contattato da Antonini, al momento dell’esonero di Parente. D’eccezione il palmares del terzo coach dell’era Antonini, che se li ritrova tutti a libro paga. Parente, infatti, è ancora sotto contratto per la prossima stagione, a meno che non si addivenga alla risoluzione consensuale in funzione di un ingaggio da trovarsi su altra panchina, vedesi Fortitudo Bologna. Stessa cosa per Diana che dovrebbe rimanere a fare il secondo. In tal senso, fonti ben informate riferiscono che non si tratterebbe di una vera sorpresa il declassamento in quanto potenzialmente previsto nel suo contratto. Certamente positivo l’apporto del coach livornese, non foss’altro per aver saputo centrare il traguardo di una promozione per nulla scontata, sebbene potenzialmente raggiungibile anche con Parente per come affermato dallo stesso Antonini. Buttato nella mischia, in un momento difficile della stagione, Diana è stato favorito dall’arrivo di Alibegovic e Gentile, riuscendo però, in tal senso, in poco tempo e con non poche difficoltà, a far integrare i due neo arrivati nei giusti equilibri del gruppo-squadra e nel gioco che, ad onor del vero, non ha registrato fortissime evoluzioni rispetto all’era Parente.
Repesa rappresenta quel valore aggiunto in più in panchina che potrà far compiere il salto di qualità alla squadra e alla società. Quel quid in più che potrà essere anche speso sul mercato per convincere qualche giocatore italiano, ma non soltanto, ad arrivare a Trapani, sposando il progetto Antonini e contribuendo a rendere la Shark veramente competitiva, in linea con le velleitarie dichiarate ambizioni della presidenza che ambisce a un campionato di alto profilo, alla conquista dei play off e di una delle prime quattro posizioni a fine stagione.
Mercato
Adesso è già tempo di mercato. A dire il vero i contatti erano già stati intavolati ancor prima del raggiungimento del traguardo, come è costume del patron. Ovvio e scontato che fra i giocatori si riparta dal duo Alibegovic-Gentile. Quest’ultimo chiamato al ruolo che lo aveva visto protagonista a Sassari in A. Riconferma per capitan Mollura, portacolori e capitano della squadra dall’alto della sua trapanesità. Assai probabile la riconferma di Horton, che ha fatto assai bene quest’anno, sebbene giocoforza non assumerebbe il ruolo di elemento cardine del quintetto. Al di là dei contratti in essere, quasi certa anche la riconferma di Pullazi, ritenuto un leader nello spogliatoio granata, da valutare quella di Jd Notae, nell’ambito della strutturazione che la società vorrà dare al roster. L’opzione è quella dei cinque o sei stranieri in una rosa composta rispettivamente da 10 o 12 atleti. Assai probabile la scelta della seconda soluzione, a fronte del pagamento di una luxury tax di 40.000 euro. Una decisione che, in ogni caso, a seconda della scelta sul numero dei giocatori non formati in Italia, senza distinzione di passaporto, dovrebbe portare a Trapani quattro/cinque nuovi stranieri, fra i quali certamente un play, una guardia, un’ala e un pivot. Per gli altri italiani, spazio a due/tre arrivi di ottimo livello, magari del giro della nazionale, confidando nell’appeal Repesa. Tonut in pole position, visti i contatti avuti da Antonini prima della vittoria del campionato, malgrado coach Messina abbia espressamente detto di non volerlo mollare. Piace anche Abass, bolognese sponda Virtus e Rossato, conosciuto a Trapani per i suoi trascorsi da ex capitano di Scafati.
Conseguentemente facile prevedere tanto mercato, per i protagonisti della promozione. Tutti atleti già vincenti, non a caso scelti da Antonini, con le tante, troppe squadre che ambiscono a vincere il campionato di A2, pronte ad accaparrarseli, piazzando il colpo giusto.
Polemiche
A caratterizzare l’intera stagione, anche una lunga sequenza di polemiche, senza soluzione di continuità, con botta e risposta fra i diretti interessati. L’ultima in ordine di tempo quella con i vertici della LNP. Protagonista incontrastato Valerio Antonini. Il suo carattere è questo, prendere o lasciare, ma l’esperienza maturata quest’anno dovrà servire a moderare, abbassare i toni, evitando, a volte, sterili polemiche. Spesso crearsi i nemici, a seconda delle circostanze, rappresenta un’importante arma tattica ma a volte può produrre effetti contrari, oltre ad attirare l’antipatia dell’ambiente. E se è vero che di Antonini si parli dappertutto in Italia e che Trapani sia consapevole dell’apporto ricevuto, è altrettanto vero che, per antipatia e invidia, proliferino anche i suoi detrattori.
Diversa questione quella dei suoi “motivanti” proclami, oltre all’organizzazione di eventi, come accaduto nel calcio, ancor prima di aver centrato l’obiettivo promozione. Quasi a rappresentare una sorta di fiato sul collo per i suoi tesserati, una “pressione positiva”, una costante imperante presenza della società, un continuo richiamo alle responsabilità che la squadra ha fatto sue fin dall’inizio della stagione e che hanno chiaramente portato ai risultati sopra citati.
Peppe Cassisa