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Pallacanestro Trapani, momento difficile … urge intervenire per la salvezza della A2 granata!

Quinta giornata di campionato e record di 1-4 tutt’altro che rassicurante per i granata di coach Parente che rimangono col solo referto rosa dell’esordio nel derby casalingo contro Agrigento, e casella dei punti che diventa preoccupante. In un campionato in cui ogni singola vittoria risulterà decisiva verso il traguardo della salvezza, stante la formula con 5 retrocessioni, non si può che essere particolarmente attenti ai vari campanelli di allarme delle prime uscite. Non è tanto il record a destare timore, poiché diverse sconfitte sono arrivate contro avversarie che lottano per altri obiettivi (Cantù, Treviglio, Casale e la stessa Urania Milano che appare on fire), e di fatto l’unico scontro diretto disputato finora è stato pure vinto … no, il punto non è il record! Ad esempio l’ultima sconfitta casalinga contro Treviglio era ampiamente pronosticabile, non solo per la forza dell’avversario che in settimana aveva oltretutto cambiato il coach, ma per tutto ciò che ha preceduto la palla a due … fuori infatti Dieng per un problema alla caviglia ma, soprattutto, il caso Jenkins che ha vissuto una settimana “difficile”, culminata malamente, che ha indotto inevitabilmente la società a tagliarlo in via definitiva, proprio la mattina stessa della gara. Quindi di attenuanti ce ne sarebbero ma preoccupa l’atteggiamento mostrato sul parquet … quanto volte ad esempio la passata stagione, per via di infortuni in serie, Trapani s’è presentata ridotta all’osso e piena di under … ebbene, ci ricordiamo altrettanto chiaramente la decisione della squadra di non arrendersi alle evidenze, giocandosela sempre e comunque, e spesso portandola anche a casa, a seguito di partite epiche (come dimenticarsi delle gare casalinghe contro proprio Treviglio e, soprattutto, Assigeco Piacenza, passata ormai alla storia) … una “garra”, una determinazione che tanto ha apprezzato il pubblico la passata stagione, davvero portata serenamente a termine dopo e nonostante mille ostacoli. Ora, in questo inizio di girone pare completamente dispersa detta attitudine, anzi sono stati spesso gli avversari (vedi sia Casale che Milano presentatisi senza due pedine importanti) a travestirsi nelle vesti dei granata della passata stagione, e superare gli imprevisti … Trapani invece, e le due gare casalinghe contro Milano e Treviglio lo fotografano ben nitidamente, si è sciolta subito, alle prime difficoltà, concedendo tiri aperti agli avversari che, una volta entrati in fiducia, hanno avuto facilità a seguire binari ben apparecchiati con la complicità, soprattutto difensiva, dei granata … e Mollura e soci non sono certo un roster che può vincere le partite ai “90” ma, al contrario, appaiono costruiti per un basket ben diverso … contro Treviglio si poteva mettere in preventivo un calo di energie nel finale, data la penuria di rotazioni … ma il problema è stato altro, che già al 15esimo la partita fosse letteralmente finita! … in questo preoccupante inizio, pare che anche la pattuglia degli italiani di “sicuro” affidamento, il trio da quintetto Massone, Romeo e Mollura, si stia perdendo dentro una spirale generale che, al momento, non promette bene … in questo contesto, inevitabilmente i giovani Tsetserokou e Dieng (che potrebbero tenere il parquet alla pari dei “titolari”) alternano prestazioni incoraggianti ad altre di segno opposto … ma loro dovrebbero essere trascinati, e non il contrario … e veniamo all’aspetto, di leadership soprattutto, più delicato … i due U.S.A. … coloro che dovrebbero reggere sulle spalle, di solito più larghe, il resto della comitiva, poiché difficilmente è avvenuto il contrario nella storia della A2. Carter appare, al momento, arrugginito e macchinoso, non certo un fattore in post basso, forse anche per via di un’annata in cui ha giocato poco, ma le sensazioni dicono che il tempo che ci sta mettendo ad incidere non sia un buon segnale. Ha fatto vedere leggeri miglioramenti proprio contro Treviglio ma troppa poca cosa in termini di riferimento offensivo nonché spaesato nella difesa sul pick and roll avversario … ed il basket targato Parente prevederebbe dei cambi difensivi sui giochi a due avversari (in stile Childs della passata stagione) che non appaiono conciliabili con le movenze di Carter, così rassegnarsi ad una difesa spuntata (o ai tanti minuti in panchina del lungo americano, come avvenuto nelle prime giornate) non appare possibile, da un lato, neanche a dire il vero giocare i minuti caldi sempre con i cinque piccoli dall’altro, perché è mossa che, di tanto in tanto, può pagare ma alla lunga concede troppo agli avversari in termini di missmatch … ed allora nell’aria si avvertiva anche un ipotesi di taglio del lungo U.S.A., previa verifica di altre gare ovviamente … ma Jenkins ha improvvisamente scombinato ogni eventuale piano in tal senso!! … finora aveva certamente sofferto, sembrando più sfacciato nei primi quarti ed un po’ meno quando contava davvero, lasciando i palloni caldi ai suoi compagni … forse a pesare l’esordio europeo in una lega di spessore, ma nel suo caso c’era un po’ più di ottimismo nell’aria, poiché di certo atleta capace di crearsi dei tiri da distanze siderali, con indubbio talento, che insomma era più facile prevedere, tra i due, potesse avere ampi margini di crescita … ma poi succede l’imprevedibile, il giovane esterno U.S.A. vive una settimana di forte stress emotivo, che sfocia purtroppo malamente e da lì, va da sé, le strade si interrompono, con enormi auguri di una vita serena per il ragazzo sul quale sarebbe poco elegante alimentare fatti e misfatti. Adesso la palla alla società che dovrà valutare attentamente, ma con tempi stretti, il da farsi … sostituirlo di certo, districandosi tra le regole sul visto, ma con la atroce certezza che sbagliare equivarrebbe a compromettere definitivamente la stagione, anche perché l’altro straniero, Carter, di fatto ora lo dovranno tenere … ed, in attesa di suoi miglioramenti che al momento non può garantire neanche l’altissimo, in sostanza l’esterno che sostituirà Jenkins “deve” essere da “ventello” ed impatto assicurato, di scommesse (a volte vincenti altre meno) non è più tempo, per intuibili motivi, che si traducono nella difesa della A2, proprio nel decimo anno della famiglia Basciano e con il Palagranata all’orizzonte … non è invero il momento opportuno per perderla, per usare un eufemismo! … mettendo qualche tassello a posto (positivo il recupero dell’under Rupil, tra le poche recenti note liete), è presumibile pensare che anche i vari Massone e compagni ritrovino quella verve che si è persa nei meandri di un contesto tecnico tattico difficile, frutto forse di alcune scelte un po’ azzardate.  Il tempo per recuperare c’è, il livello tecnico di questo girone verde di A2 è alla portata salvezza, astrattamente, dei ragazzi di coach Parente … è infatti piena bagarre tra le varie Trapani, Rieti, Juvi Cremona, Latina, Stella Azzurra Roma, Agrigento … che oltretutto i granata devono, nella sostanza, come detto, ancora affrontare. Chiaramente, in un contesto così equilibrato, i reali elementi che determineranno la storia di queste squadre, saranno ben altri che soltanto tecnici, la famosa quadratura del cerchio da trovare il prima possibile e, soprattutto, comunanza d’intenti  … ecco, Trapani di tempo ne ha per rimediare, ma verosimilmente è molto indietro nell’aspetto dell’identità, tecnica e non solo … lì bisognerà fare un lavoro certosino, che non può che passare anche dall’inserimento di qualcuno che possa fare da leader (anche emotivo) ad un gruppo, ad oggi, un po’ spaesato e forse privo di sicuri riferimenti … aspetto forse sottovalutato, o non pesato abbastanza, in estate. Da lì ritrovare (ma siamo ben distanti per adesso) quell’anima garibaldina che non potrà che connotare un roster, come Trapani, mediamente davvero giovane … riproporre quell’aggressività in difesa e quella “garra”, ormai collaudata, della gestione Perente … che non si è vista finora, ed è ciò che mette più in allarme, non certo, ribadiamo, il record in sé per sé! … presupposto di tutto ciò è, però, mettere nel motore quei cavalli che l’americano di turno di solito traduce a suon di prestazioni, anche a beneficio degli altri, più tranquilli nel fare le “proprie” cose, col giusto salvagente tecnico, e non costretti ad andare troppo “fuori” spartito.

Salvatore Barraco