Prime tre giornate di campionato che non preoccupano di certo per i risultati ottenuti, semmai per alcuni blackout che si sono ripetuti, in particolar modo nelle ultime due sconfitte.
L’esordio assoluto contro Biella era stato, infatti, vincente ed, a tratti, convincente, con i granata capaci di controllare gli avversari, sfiorando anche i “90”, con una buona prova dei due U.S.A. (Childs 17 p.ti + 9 rimbalzi; Wiggs 19 p.ti) ed, in generale, del collettivo (Taflaj, in particolare, con 13 p.ti e, soprattutto, 4 triple a referto).
Va pur detto che l’Edilnol si è presentata al PalaConad senza la guardia americana e, di fatto, con una squadra di giovanissimi che, magari, potrà migliorare nel corso del torneo ma che non è sembrata competitiva. Tant’è che anche nelle due successive uscite ha preso soltanto referti gialli.
Poi la trasferta, sulla carta durissima, di Treviglio, contro una squadra che mira alle zone nobili della classifica.
Lì, da un lato, la sorpresa positiva di rimanere nel match per tre quarti, mettendo anche il naso avanti verso la fine della terza frazione -ben sfruttando la verve di Childs (25 p.ti, 6 falli subiti, 10/13 da due, 8 rimbalzi e ben 31 di valutazione), oltretutto contro un diretto avversario come Langston …- dall’altro lato, la nota negativa, sparendo proprio da quel momento, di fatto, dal parquet, prendendo alla fine una quasi imbarcata (86-70), palesando di certo difficoltà in attacco (19/48 da due, 40%; 5/18 da tre, 28%). Prova ne sia che soltanto gli americani sono andati in doppia cifra, anche se Wiggs (14 p.ti) ha tirato con un significativo 3/14 dal campo e con uno spietato 7/15 dalla lunetta di “rusconiana” memoria! … ma, forse ancor più preoccupando, il fatto che a un certo punto si sia spenta la luce con un’incapacità sia di tamponare il trend positivo degli avversari, sia di imbastire la pur minima reazione o tentativo di rimonta.
Insomma, un’onda lunga preoccupante e per certi versi ripetutasi nella successiva gara interna contro Mantova.
Anche qui, Trapani, infatti, ha ripetuto il blackout degli ultimi minuti, non riuscendo a rialzarsi, alla prima vera difficoltà del match e cedendo di schianto senza imbastire la benché minima reazione contro una squadra non certo trascendentale.
La formazione di coach Di Carlo si presentava a Trapani imbattuta e, sulla carta, come una delle migliori del girone, soprattutto a livello di starting five (Iannuzzi, Thompson, Stojanovic, Laganà e Mastellari).
Coach Parente, come se la sfida non fosse già complicata, perdeva nel corso della settimana Massone per via di un problema alla mano sinistra che lo terrà fuori per circa due mesi, facendo venir meno le sue caratteristiche alla squadra, in particolare, la capacità di spingere la transizione e giocare con Childs sul pick and roll.
Una indubbia attenuante l’assenza di Massone ma soprattutto una vera disdetta in quanto il neo playmaker granata, con il passare delle gare, aveva fatto registrare costanti segnali di miglioramento, addirittura, uscendo dal campo con una standing ovation negli ultimi minuti della gara con Biella.
A peggiorare, semmai possibile, le cose anche l’indisponibilità dell’ultimo momento di Taflaj (per via di una intossicazione), cioè dell’atleta in grado di aprire il campo con la sua atipicità e, probabilmente, l’unico tiratore da fuori “certificato”.
Ma ancora una volta Trapani tira fuori una prova per larghi tratti gagliarda, tenendo il punteggio basso (32-33 all’intervallo lungo), favorita senz’altro dalle cattive percentuali al tiro di Mantova, ma di certo avendoci messo di certo del proprio.
Il problema ancora una volta è costituito dalle percentuali dal campo (15/34 da due, 44%; e soprattutto 7/29 da tre, appena il 24%) che, contro la difesa chiusa dentro l’area degli Stings, alla fine risulteranno decisive.
Non a caso i granata trovano l’allungo (anche + 6 sul finire della terza frazione) quando centrano tre triple di fila (due con Palermo ed una con Guaiana, lanciato da subito in quintetto per aumentare le rotazioni ed autore di una buona prova), dando anche la sensazione di poter allungare, perché ad onor del vero Mantova non ha di certo fatto una prestazione da incorniciare.
Così si arriva prima sul +5 di fine terzo periodo, poi sempre avanti, +3 dopo qualche minuto di ultimo quarto.
Ebbene, lì accade un po’ il copia incolla di Treviglio, con Trapani che, persa una sanguinosa palla con Guaiana in transizione, subisce nell’ordine, ed in un amen, 2+1 di Iannuzzi e due bombe in sequenza, una fortunosa di tabella di Stojanovic.
Trovarsi, così, dal possibile +5 ad invece -6, beh risulterà prima di tutto uno scoglio psicologico che Mollura e soci non tenteranno neanche di scalfire, forse non avendone le forze, oltre che fisiche (per via delle rotazioni ridotte all’osso), cosa ancor più preoccupante mentali!
Da lì la partita di fatto finisce e tempo per rientrare invero ve n’era abbastanza. Termina con appena 64 p.ti segnati in casa (e con tali punteggi vincere è improbabile), e non basta una complessiva buona difesa (72 alla fine per Mantova), soprattutto per 33’ … perché ci sta che in un singolo quarto gli avversari, anche per propri meriti, possano fare canestro ma se Trapani, di contro, non lo vede mai … beh quel singolo guizzo di Mantova finisce per rivelarsi decisivo, ribadiamo proprio perché spuntarla ai 60 punti è utopistico.
Sugli scudi nuovamente il rookie a cui si dava tempo in attesa che si ambientasse e che, fortunatamente per Trapani, è invece quello che si sta rivelando più a suo agio nell’attacco granata (19 p.ti, 12 rimbalzi e 22 di valutazione).
Di contro ancora deludente Wiggs che, pur sparacchiando da fuori (1/6 dai 6.75), aveva ben giocato nei primi due quarti (chiusi con 10 p.ti), salvo poi sparire letteralmente dal campo.
Ed ancora una volta, ad eccezione dei 10 punti di Matteo Palermo, tanta difficoltà negli altri ad arrivare alla doppia cifra, compreso capitan Mollura che, dopo una pre-stagione che lasciava intendere bottini da americano, si è anch’egli fermato, in particolar modo attaccando poco spalle a canestro e limitandosi a qualche tiro dalla distanza che può senz’altro segnare ma che, sappiamo, non è la specialità della casa. Probabile però che anche il suo sacrificarsi in difesa e il fatto che le difese avversarie lo tengano maggiormente sotto controllo, abbiano contribuito a fargli perdere quella pericolosità offensiva che rappresentava un grosso serbatoio di punti e di riferimento per le speranze offensive della squadra.
Proprio il tiro dai 6.75 potrebbe rivelarsi un’arma boomerang per Trapani che pare non disporre di una batteria balistica delle migliori. E gli avversari se ne sono accorti, e sempre più lo faranno in seguito, optando per intasare l’area e “battezzare” gli esterni granata.
Lo stesso Wiggs si sapeva essere prevalentemente un esterno che attacca con forza il ferro -una caratteristica e una propensione ben leggibile dagli avversari- semmai, non ci si aspettava fosse così poco tiratore! E non soltanto da tre.
Vero è che Wiggs subisce tanti falli ma se in lunetta è quello visto finora, non c’è da dormire sonni tranquilli in una squadra costruita evidentemente con la certezza che la guardia U.S.A. fosse usato garantito! Quello, insomma, che il “ventello” se lo porta da casa e nei finali di match si fa sentire. Forse quest’ultimo aspetto è quello che, al momento, lascia più perplessi.
Anche perché Tomasini (in teoria chiamato alla doppia cifra di media) sembra particolarmente avulso dal gioco offensivo, prima di tutto emotivamente.
Ovvio che la squadra non può prescindere da una certa leadership che deve esercitare il suo primo americano e da una certa “presenza” che deve assicurare Tomasini.
Evidente anche che almeno si potrebbe rivelare necessario ricorrere all’ingaggio di un play a gettone, in attesa di recuperare Massone. E già qualche nome è iniziato a circolare.
Adesso due trasferte consecutive terribili, contro il Pistoia e l’Orzinuovi, degli ex Corbett e Renzi -che stiamone certi ci terranno a fare una gran figura contro la loro ex squadra- incredibilmente ancora al palo in classifica; poi la favorita Cantù al PalaConad!
Insomma, bisogna trovare in fretta l’anima garibaldina di cui questa squadra non può fare a meno ma anche una produzione offensiva di qualità e più interpreti in tal senso pericolosi. Una prolificità in attacco, senza la quale è difficile, comunque, aver la meglio sugli avversari.
Il calendario di certo non aiuta. Il rischio scoramento, in dipendenza delle eventuali sconfitte in serie è da mettere in preventivo. Si sapeva quanto fosse importante, in avvio di stagione, partire con il piede giusto, alimentando l’autostima, senza dover, da subito rincorrere. Ben nota, in tal senso, era la preoccupazione e il rischio di non aver il tempo di amalgamare una squadra totalmente rinnovata. Ma adesso la dose è stata rincarata dagli infortuni, dalla mancanza di rotazione e di competitività negli allenamenti, oltre che dalle prevedibili difficoltà balistiche e in generale offensive della squadra. Insomma, un avvio in salita, fors’anche oltre ogni lecita previsione.
Anche perché, sullo sfondo, va ricordato, ed è aspetto importante, che nel girone “verde” della A2, tante squadre appaiono davvero attrezzate. Mentre quelle designate per la lotta salvezza non sono poi così tante: Biella, Bakery Piacenza, Capo d’Orlando su tutte, oltre all’Urania che potrebbe esserne coinvolta e a Casale Monferrato, formazione che però è riuscita a sovvertire i pronostici della vigilia, sbancando, nell’ultima di campionato, Orzinuovi.
Insomma, non sarà facile per Trapani che non parte certo battuta, a condizione di trovare, ed in fretta, equilibri (ed interpreti) offensivi credibili, auspicando, magari, un pizzico di malasorte in meno e perché no, qualche inserimento (a tempo) in più nel roster.