La sconfitta contro il Cittadella rischia di lasciare il segno. Non solo perché il Trapani ha perso un’altra partita casalinga (la quinta, ndr), quanto invece per il modo con cui l’ha persa. Il rischio è quello che quelle poche certezze che la squadra stava acquisendo dopo le buone prove con Ascoli e Venezia, adesso possano essere state azzerate di colpo da questa pesante battuta d’arresto.
Trapani-Cittadella, diciamolo francamente, non è mai stata in discussione, tranne forse nei primi minuti della partita. Ovvero nella fase in cui i granata hanno costruito l’unica vera palla gol con Colpani, il quale da due passi ha toccato debolmente un pallone che chiedeva solo di essere spinto in rete. Poi il nulla più assoluto.
Il Cittadella, che pure mancava di tre difensori titolari su quattro, ha preso ben presto le misure e per il Trapani è stata notte fonda.
Non hanno tirato molto in porta i patavini, ma hanno dominato sul piano del gioco, dell’organizzazione tattica e sono stati cinici nello sfruttare le incredibili disattenzioni della retroguardia granata.
A proposito della difesa, non è bastato il mercato e non è bastato il nuovo schieramento a cinque voluto da Castori per renderla meno vulnerabile. 41 gol in 22 partite parlano fin troppo chiaro.
Naturalmente stavolta anche il nuovo mister ha commesso i suoi errori, sia nel preparare la gara, sia nella gestione in corso d’opera. A cominciare dall’attacco super leggero Biabiany-Dalmonte schierato nel primo tempo, vista la precaria forma di Pettinari a seguito dell’influenza che lo aveva colpito in settimana.
Entrambi i giocatori, dopo qualche lampo iniziale, non hanno visto palla e non sono riusciti né a dare la profondità necessaria, né a far salire la squadra. Biabiany poi, sta diventando il grande equivoco di questa squadra. Preso per il 4-3-3 di Baldini, adesso da Castori viene impiegato come punta e che non sia il suo ruolo si vede, eccome.
Le poche cose che riesce a fare, le fa quando può allargarsi sulle fasce. Ma il Trapani ha investito un bel po’ di denari su di lui e vederlo girovagare per il campo con compiti non adatti pare proprio uno spreco.
In panchina avevamo un Evacuo che se non lo schieri nemmeno quando Pettinari non c’è non si capisce perché allora non lo hai ceduto.
Nel secondo tempo, invece, ci saremmo aspettati un cambio tattico, passando magari alla difesa a quattro per inserire un attaccante in più e questo non è successo.
Non crediamo che fossilizzarsi su un solo sistema di gioco possa essere produttivo per un Trapani chiamato comunque sempre a rincorrere e cercare i tre punti. Soprattutto quando sei già sotto nel punteggio e i due “quinti” della difesa si chiamano Grillo e Del Prete, cioè due difensori puri.
A quel punto si sarebbe potuto inserire Pettinari, come è stato, ma con ai lati Biabiany e Dalmonte. Dando ben altro peso e sbocco offensivo alla manovra. Tanto poi altri due gol il Trapani li ha presi lo stesso. Insomma, abbiamo assistito alla partita sbagliata nel momento sbagliato.
Molti meriti comunque vanno al Cittadella di Venturato che ha giocato con la testa, sempre con lo stesso ritmo e la stessa qualità.
Si è visto che gli ospiti hanno eseguito alla perfezione uno spartito preparato durante la settimana. Conoscevano il Trapani e il gioco di Castori. E sono riusciti a disinnescarlo con imbarazzante facilità. Quando gli altri fanno girare la palla, puoi correre quanto vuoi ma non la becchi mai.
E questo è quello che è successo. C’eravamo, forse, un po’ illusi troppo presto. Senza considerare a dovere che Ascoli e Venezia in quel momento non erano avversari in salute.
Adesso la strada è ancora più in salita. Non tutto è perduto, però non si può più sbagliare. La salvezza diretta, almeno per ora, è diventata una chimera a -8 da Venezia e Empoli e -9 dalla Juve Stabia.
Realisticamente l’obiettivo più alla portata rimane il quartultimo posto che dà accesso ai playout. Occupato ora dalla Cremonese a +4 sul Trapani, ma pur sempre con una gara da recuperare contro lo Spezia (martedì 11 febbraio, ndr).
Rimangono alla fine sedici partite a disposizione per i granata, quindi ancora 48 punti in palio. Sulla carta almeno.
Perché poi sul campo le cose cambiano e ci vorrà ben altro Trapani per poter ambire veramente a qualcosa di concreto. A cominciare dalle prossime due trasferte di Salerno e proprio Cremona.
Come dire, siamo ormai al dunque.
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