C’eravamo tanto illusi, forse. In verità, ci avevano illusi. Pensavamo di avere tra le mani una squadra in grado, dopo gli ultimi anni di buio pesto, quantomeno di essere competitiva in un modesto (Catania a parte) campionato di Serie D. Invece sono trascorse soltanto nove giornate di campionato per capire che le cose non stanno proprio così, anzi. Per fare un’analisi attenta in casa Trapani si deve partire dai fatti: 12 punti in 9 partite; 16 lunghezze di distanza dalla capolista Catania. In campionato il Trapani finora ha racimolato due vittorie con Sant’Agata in trasferta e Paternò in casa, una sfilza di pareggi (sei!) e pure una sconfitta interna contro la Sancataldese, terzultima in classifica. Nona posizione da dividere al momento con Licata, Canicattì e Santa Maria Cilento. Nessuno poteva aspettarsi un inizio così negativo, anche il più detrattore dei detrattori. Nemmeno il recente cambio di guida tecnica da Torrisi a Monticciolo sembra aver portato buone nuove. La “sveglia” che si auspicava potesse dare il nuovo tecnico alla squadra non c’è stata. Il dubbio che si insinua sempre più nella testa della tifoseria, ed anche nella nostra ad esser sinceri, è quello che in effetti la squadra non si desta probabilmente perché una squadra vera ancora non c’è.
Quanto mi costi – D’accordo che il difficoltoso cammino di inizio campionato, con gare ogni tre giorni per i recuperi, cambio di guida tecnica in corsa e infortuni, ha reso tutto più complicato, ma questo Trapani finora ha “sbuffato” calcio. Il gioco è sempre apparso lento e macchinoso per una formazione che era stata allestita per essere una delle antagoniste del Catania. Poi i rossazzurri stanno facendo il vuoto vincendo tutte le partite tranne l’ultima, ma questo non toglie che il Trapani avrebbe potuto e dovuto fare molto di più con i nomi che ha in rosa e anche con gli ingaggi che paga a molti di questi giocatori. Proprio nei giorni scorsi hanno destato un certo scalpore alcuni articoli apparsi su altre testate che hanno ripreso quanto divulgato dal sito salarysport.com, secondo cui la società granata del Presidente La Rosa spenderebbe in media 26mila euro circa a calciatore. Ma aspetto ben più sorprendente, alla luce del rendimento offerto in campo, è che tredici calciatori guadagnerebbero ben di più della media citata. Tra questi c’è l’attaccante Mokulu che percepirebbe un ammontare di ben 90mila euro. Ovvero la più grande delusione finora in relazione alle aspettative, non essendo riuscito a mettere a segno nemmeno un gol (con un errore decisivo dal dischetto). Poi i primi a seguire sono Soprano a quota 53mila e Merkaj a 42mila (anche per lui un rigore determinante fallito). In pratica per i trenta giocatori in organico il Trapani dovrà spendere un totale di 783mila euro. Precisiamo subito che quanto incasseranno i giocatori del Trapani ci importa relativamente, anzi ci può far solo piacere per loro sul piano umano; quello a cui noi guardiamo però è il rendimento prodotto sul terreno di gioco che non è confacente alle cifre investite dalla società. Semmai è giusto rilevare come l’ammontare della spesa salariale e l’elevato numero dei calciatori testimoniano che effettivamente il Trapani, in buona fede, puntava nelle intenzioni ad un campionato di vertice. Sono però probabilmente risultate errate molte delle scelte fatte, la squadra non è stata assemblata bene nel suo complesso, con il valore qualitativo della rosa che è stato sopravvalutato. Non è quindi da escludere che il prossimo mese di Gennaio possa portare a nuovi sostanziali cambiamenti. Lo stesso silenzio stampa attuato negli ultimi tempi lascia trasparire un’evidente insoddisfazione della stessa società e delle turbolenze che potrebbero portare a decisioni drastiche.
Quale futuro – Certo il compito che attende Alessandro Monticciolo non è dei più facili. Si trova a dover cercare di risollevare una squadra che non ha contribuito a costruire lui e che era stata assemblata in teoria per sviluppare un’altra idea di calcio rispetto alla sua. Il tecnico di Massa Marittima all’inizio non ha voluto stravolgere più di tanto l’assetto, ma ben presto ha dovuto fare i conti con le evidenti difficoltà ad esprimersi di un gruppo di calciatori male assortiti. Pian piano sta provando a metterci del suo, ha cambiato moduli anche in partita. A parte però la vittoria con il Paternò, la musica non è cambiata, anzi contro la Sancataldese è giunta perfino la prima sconfitta. Avrebbe bisogno di tempo ma il campionato corre veloce e gli altri non aspettano. Del progetto tecnico, comunque, non fa parte solo l’allenatore, ma anche l’intera squadra che è chiamata a dimostrare sul campo il proprio valore, sia come gruppo che come calciatori singoli. Giocare con la casacca granata per molti di loro rappresenta un salto in alto per la carriera, così come allo stesso tempo un grosso peso di responsabilità visto che la piazza si attendeva decisamente un altro impatto. Da parecchi ci si aspetta di più, soprattutto la reazione nei momenti di difficoltà che possa far fronte ai deficit di un gioco ancora da trovare. Dopo il rinvio della gara contro il Real Aversa, il Trapani tornerà in campo dopo undici giorni per affrontare in casa il Santa Maria Cilento che, come riferito sopra, si presenta al Provinciale con gli stessi punti dei granata. Quindi dopo tutte le partite ravvicinate giocate per via dell’alluvione che ha colpito la città (nove in appena 28 giorni), Monticciolo ha avuto la possibilità di lavorare molto di più sul campo e preparare anche nei dettagli la prossima sfida. Vedremo se questo è servito a resettare e ripartire con maggiore slancio. Intanto una buona nuova viene dal prossimo recupero di Romizi dall’infortunio. Un rientro importante perché riguarda proprio quel giocatore che è stato acquistato per dare alla squadra le necessarie geometrie a centrocampo. Giusto il settore laddove il Trapani ha più sofferto, denotando chiare difficoltà nello sviluppo della manovra. La parola adesso passa al campo.
Massimo TANCREDI