Garante il sindaco, attraverso il Comitato allestito per ridare il Trapani alla Città, gli imprenditori locali sono chiamati ad una prova decisiva, se di amore e di passione davvero si parla, per salvare quanto rimane da salvare.
Su Petroni e la parentesi al comando del Trapani non vogliamo aggiungere nient’altro. La B sfuggita di mano per una condotta fallimentare ed irriverente verso noi tutti non ammette alibi. Petroni afferma di aver salvato il Trapani dagli artigli rapaci di De Simone; se costui è in genuina sintonia con quanto affermato e se crede nella salvezza dei nostri colori deve necessariamente farsi da parte e fare in modo che il Trapani ritorni nelle mani dei Trapanesi.
Non c’è, non esiste, altra possibilità per dare certezza, dignità e futuro al calcio in città. Sappiamo che non è facile ripetersi, sappiamo che non è facile ritornare in B. Diversamente, se esistono nei ranghi cittadini imprenditori capaci, è giusto gettare le basi per un futuro che sia diverso e lontano dal grigiore attuale. Dal precariato disastroso attuale.
Noi, non invocando questo o quell’imprenditore, sappiamo solo che è imprescindibile un cambio di rotta. Per il solo fatto che la stessa proprietà-Petroni ha ufficialmente affermato di non essere in grado di poter continuare. E se Petroni ha nel cuore proprio il bene del Trapani (oltre a rientrare una certa somma …), il suo futuro e non la sua dipartita, sa che esiste una sola alternativa. Ne andrebbe del suo onore e della propria dignità personale. Tutti noi sappiamo che nella vita i soldi non sono tutto, esiste l’onore, l’etica, la dignità … pur se i tempi moderni legati al mercantilismo e al mero profitto deviano negativamente verso altri, spregiativo, percorsi personali
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