Vittoria del Trapani in trasferta a Livorno!
Mi alzavo, e andavo sul balcone. E la tachicardia, e la sensazione che ti scoppia il cuore. E senti che la pressione si alza.
Stefania che mi dice “tranquillo, vinciamo”, e io che scappo e resto: sono il solito vigliacco quando ci sono in tv quelle maglie granata.
Mentre guardo la squadra che gioca il secondo tempo a Livorno (quello che mi è piaciuto, al contrario dell’opinione comune), ricordo le cazzate che ho fatto vedendo giocare in tv il Trapani. Di presenza è diverso. Ma quando sono davanti alla tv è un cilicio.
Vado in ordine sparso: ciabatte vecchie buttate nel cassonetto davanti casa durante Cremonese – Trapani 3-4, la partita che ci ha portati in B per la prima volta;
scaldacollo blu del Trapani lavato nel lavandino, con tanto di detersivo liquido, durante Pescara – Trapani 0-1 (gol di Gambino) e loro assedio finale che fa stare male;
fuga nel magazzino di Telesud mentre siamo in vantaggio a Bolzano e mancano pochi minuti: mi giro verso il cameraman Nicola Vassallo e gli dico “Che cazzo fai, preparati che dobbiamo prendere la telecamera. Fra poco andiamo in piazza Vittorio a festeggiare la serie B e tu sei ancora fermo?”
(poi, sappiamo com’è andata: l’arbitro regala il rigore al Sudtirol e lo Spezia rimonta a Trieste: Nicola mi guarda senza sapermi dire una parola. Per tutta la vita gli sarò grato per non avere infierito su di me in quel momento).
“Vigliacco – mi dico – sei sempre il solito. Il Livorno attacca e non hai le palle per stare seduto davanti la televisione. Giornalista? Ma che giornalista sei? Che devi raccontare alla gente?
E’ vero, Repubblica vuole solo 30 righe: potrai dire che Biabiany ha esordito e che la difesa ha retto, ma quando fischia l’arbitro? Quando finisce? Chi è stato il migliore dei nostri?
Stefania, se vinciamo va bene l’attacco del pezzo ‘Una boccata d’ossigeno a pieni polmoni?’. ‘Sì’, mi risponde. Ma so bene che mi avrebbe risposto così qualunque cosa io avessi chiesto.
Mi conosce, sa come sono in questi momenti“. Tutto questo mi frulla in testa. E fumo, e fumo. Poi finisce. Mi ricordo che all’inizio della partita avevo detto a Stefania: “Sai qual è il problema? Non che perdiamo, vinciamo o pareggiamo: ma che questa squadra ci ha rubato l’emozione di vederla giocare”.
E’ passata un’ora e sono lì, esattamente con lo stato d’animo opposto. Dico a Stefania: “Non posso fare il pezzo, vinciamo o pareggiamo cambia tutto”. “Certo”, mi dice. Ma è sempre la solita storia. Mi conosce e so che avrebbe detto “certo” qualunque cosa avessi detto. E allora trovo sponda altrove. Provo a pensare ad altro. Finisce, finalmente.
Mi metto davanti il computer e guardo il pacchetto morbido di Marlboro Gold (quasi vuoto, ovviamente).
La pagina vuota di Word non sarà difficile da riempire.
Passa poco tempo, clicco su “righe” e dice 23. Devo scrivere ancora 7 righe. “Ste, che ha detto Pettinari a fine partita su Dazn?”. “Che la vittoria è per i tifosi”, risponde.
Santa donna, sa quello che voglio sentirmi dire, ma non lo scrivo. Scelgo di scrivere “i granata hanno meritato la sofferenza dei propri tifosi“.
Un artificio. Un semplice artificio, per dire “vaffanculo, ora sì che riconosco quelle maglie. Fatemi soffrire sempre così. State attaccati agli attaccanti, rincorrete l’avversario quando vi ha saltato e andate sotto la nostra straordinaria curva alla fine. Qualunque sia il risultato”. E’ tutto qui.
Poi, premo il tasto “invio” e chiudo il computer. Penso a Trapani – Chievo. Le mie speranze che io smetta di fumare entro domenica sono quasi nulle. A fine gara, vorrei guardare a terra i mozziconi delle mie Marlboro Gold e dire: “Se le sono meritate”.
P.S. Dopo aver ricevuto una diffida, una nota ufficiale (ringrazio tutti per la solidarietà) e una non ufficiale dal Trapani, potrebbe succedere pure che mi tolgano l’accredito. E’ la vita. Se accadesse, me ne andrò in curva. Che considero il mio posto vero. Con Marlboro Gold annesse, ovviamente. Tanto, le fumerei in ogni caso.
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