Dopo aver ottenuto la A, a distanza di ben 32 anni, la Trapani Shark si presenta con ambizione ai nastri di partenza della massima serie del basket. Il roster allestito dal presidente Antonini è sicuramente di alto livello, se oltretutto pensiamo che trattasi di una neopromossa risulta quasi un unicum nel panorama della palla a spicchi. Un organico che parrebbe potersi inserire certamente nella lotta per un posto play-off, probabilmente strizzando l’occhio ai primi quattro – cinque posti.
Partiamo dal timone. Il coach della promozione Andrea Diana ricoprirà il ruolo di primo assistente, poiché il prescelto per quello di head coach è stato Jasmine Repesa che di scudetti in giro per l’Europa ne ha vinti tanti, due anche in Italia, uno con Milano e l’altro con la Fortitudo Bologna. Per non tacere delle partecipazioni alle Final Four di Eurolega, ai Mondiali, Olimpiadi ed Europei con la propria nazionale Croata. Insomma, un profilo con tanta storia ma che, appena due anni fa, si rese protagonista di un eccellente campionato con Pesaro che, con l’ultimo budget della A, portò ai play-off ed in finale di Coppa Italia. Il suo carisma, e la sua credibilità, saranno determinanti nel corso della stagione, così come lo sono stati probabilmente nel convincere alcuni giocatori, di ottimo curriculum, a sposare il progetto degli Shark.
Per quanto riguarda il roster, non possiamo che partire dai confermati. Mollura e Pullazi è facile pensare possano ricoprire il ruolo di undicesimo e dodicesimo nelle rotazioni, dando quel senso di continuità anche nella gestione dei difficili equilibri di spogliatoti. Poi sarà sempre il campo a dire la sua, poiché Capitan Mollura anche la scorsa stagione partì dietro nelle gerarchie, per poi finire in quintetto nelle finali per la promozione. Tra l’altro il ruolo di 3 è forse quello meno coperto nel roster granata, così che qualche minuto da specialista del buon Marco è più che plausibile. Per Pullazi è probabilmente un po’ più dura, poiché nel suo ruolo, quello di 4, in LBA è indispensabile un atletismo che al buon Rei sembra mancare per quel livello, e non è così scontato che il proverbiale tiro da tre possa compensare. Naturalmente è rimasto Stefano Gentile che “cambierà” il play, ed ha l’esperienza per farlo, ma in un reparto piccoli che appare molto affollato. Potrebbe rivestire lo stesso ruolo del suo ultimo anno a Sassari, 10 o 15 minuti di leadershipo e gestione dei ritmi. Ma dovrà farsi spazio. Altro confermato, tra gli italiani, Amar Alibegovic, vero crack per la promozione in A, e che anche al massimo livello è un italiano da quintetto, essendo quel 4 moderno, in grado di colpire sia fronte a canestro sia spalle, in virtù dell’avversario di turno. Bisognerà capire il ruolo che coach Repesa ritaglierà per Yeboah, anche lui un 4, ma con caratteristiche che lo possono portare a scalare diversi minuti da 3, cosa altamente probabile data la non abbondanza nel ruolo. Così, per il buon Alibegovic, MVP delle finali contro la Fortitudo, i minuti sul parquet saranno tanti, mentre sullo starting five la sfida col predetto Yeboah è aperta. Beata concorrenza! Gli ultimi due confermati sono a stelle e strisce, si tratta infatti della guardia JD Notae e del lungo Chris Horton che, dopo una stagione da veri protagonisti, lo saranno in una veste leggermente diversa, probabilmente partendo dalla panchina. E non sono tante le squadre (tolte Milano e Bologna) che possono permettersi tanto talento dalle rotazioni, Ovviamente hanno tutto per far bene, con ancora maggiore qualità dato che non saranno sovraccaricati nel minutaggio. Notae con le sue scorribande in campo aperto e nel traffico, anche se Repesa gli chiederà maggiore focus in difesa, Horton invece con la sua capacità di proteggere l’area, cambiare sui piccoli e passare la palla come pochi. Andiamo ai nuovi. Tra gli indigeni, Rossato e Petrucelli. Il primo reduce da una stagione in quasi doppia cifra a Scafati, e che si dividerà tra il ruolo di guardia, più consono alle sue caratteristiche di gran tiratore, e quello di aiuto in cabina di regia, che può ricoprire per qualche minuto. Il suo compito è punire le scelte avversarie col suo tiro dalla distanza piazzato, sul lato debole, o in uscita dai blocchi, quando le attenzioni delle difese saranno su Galloway e soci. Partirà dalla panchina, come ottavo / nono. Petrucelli, nazionale e miglior difensore della LBA nelle ultime due stagioni con Brescia, è verosimile pensare farà parte del quintetto poiché certamente il miglior difensore del roster, in un gruppo dove, tra gli esterni, di veri e propri mastini non sembrano esservi. E conoscendo il credo di Repesa, il suo ruolo sarà chiave. Ove si pensi che anche in attacco non è certo uno dalle polveri bagnate, ove si pensi che due anni fa, appunto con Brescia, chiuse con oltre 15 di media la massima serie italiana. Può colpire in penetrazione dal pick and roll, lanciandosi dopo un recupero e piazzato dai 6.75. Infine, i nuovi tra gli stranieri. Justin Robinson sarà l’ago della bilancia della stagione, dato il ruolo di play che ricoprirà. Esperienza in NBA, e finale di ultima stagione in Spagna col Breogan, dove ha sfiorato la doppia cifra di media. Piccolo, mancino, più incursore che tiratore, dovrà mettere in ritmo la squadra ed i compagni, non soffrendo i miss match contro avversari più strutturati fisicamente. Poi il go to guy designato, Galloway reduce da una stagione a 17 di media con Reggio Emilia, dopo ottimi anni in NBA, giocando per davvero. Anche lui piccolo, dal tiro mortifero anche fuori equilibrio, con qualità di realizzatore nato. Capace di “trentelli”, può colpire anche da distanze siderali. Beniamino potenziale del pubblico. Dicevamo di Yeboah, ex Galatasaray sia in lega turca che in Eurocup. Lungo moderno, che apre il campo e fa male con il suo tiro da tre mortifero. Forte oltretutto fisicamente, può giocare anche da tre per via di tecnica da esterno, e possibilità di portare “sotto” avversari meno strutturati. In quel ruolo farà diversi minuti in quintetti più alti, con Petrucelli da 2. Profilo intrigante, pronto a dire la sua in diverse statistiche di LBA. Poliedrico. Infine il colpo da novanta, il lungo 35enne Tibor Pleiss che ha giocato l’Eurolega ai massimi livelli negli ultimi 15 anni, vincendola due volte con l’Efes Pilsen. Che dire, il nome di maggior impatto della campagna acquisti. Lungo atipico, di 221 cm ma più propenso a colpire col suo ottimo tiro da fuori sugli scarichi (liberando al contempo l’area) che a giocare in post, almeno in Eurolega. In LBA può far male anche ricevendo in area, dove sarà difficile contrastare le sue leve infinite. Poi la capacità di leggere le situazioni sul parquet, sia in difesa (dove assieme ad Horton può costituire un ombrello nel pitturato, permettendo agli esterni di ringhiare in difesa) sia in attacco. Una squadra che sembra votata alla corsa, per via della possibilità di controllare i rimbalzi dei lunghi, e quella di correre il campo dei piccoli, che invece appaiono meno strutturati nel gioco a metà campo, pur avendo Repesa anche l’opzione di cambiare diversi quintetti, alzando così il livello fisico della squadra. Le rotazioni sembrano il punto di forza, soprattutto per una squadra che non farà le coppe, con almeno 10 giocatori a ruotare stabilmente, senza far calare il livello di intensità di gioco, e con il lusso di poter far partire dalla panchina Notae, Horton ed uno tra Yeboah e Alibegovic. Una squadra profonda, di talento e corsa. A Repesa il compito di amalgamarla a dovere. L’ambiente sembra già carico, e gli oltre 3000 abbonamenti già sottoscritti ne costituiscono ampia testimonianza. Facile pensare che il PalaShark sarà sempre sold out, e rappresenterà un ambiente, caldo e passionale, che potrà aiutare la squadra a raggiungere i propri obiettivi. Lo stesso Repesa, nella conferenza stampa di presentazione, aveva sottolineato l’importanza, per le sorti della stagione, di avere un clima caldo nelle partite interne. I presupposti per una LBA da protagonista ci sono tutti!
Salvatore Barraco