Una stagione, quella dell’era pre-trasferta di Tortona, iniziata davvero male, con una serie di congiunzioni negative di rara memoria, se considerate assieme. Il lungo americano (Powell) che, dopo il pre campionato più lungo del secolo, fa improvvidamente le valigie proprio la settimana dell’esordio stagionale. Così, per 5-6 gare si attenderà l’arrivo di Miller che, causa anche difficoltà negli spostamenti per via delle restrizioni covid, si concretizzerà con ritardo. Passi (per modo di dire) giocare senza uno straniero, ma a ciò si aggiungono una serie di infortuni da guinness dei primati, da Spizzichini a Renzi, per finire con Curtis e Corbett. Per non farsi mancare niente, anche una inusuale squalifica di Palermo, per tre gare, per fatti avvenuti anni e anni prima (quando giovava a Montegranaro)!! Così, la squadra scenderà sul parquet spesso senza alcun lungo di ruolo e, per quasi due partite, senza entrambi gli americani. Inevitabili le difficoltà, prima di tutto nella competitività degli allenamenti quotidiani che, ben sappiamo, poi tradursi in brillantezza nei 40’ ufficiali. Ma nonostante i mugugni dei sempre reattivi ben pensanti, è proprio in quel momento che il gruppo tiene botta (perché di questo si tratta, in quelle condizioni pretendere altro è utopico) … vero, si perdono diverse gare al PalaConad ma si ha la “fortuna” di giocare con corazzate tipo Tortona e Torino contro le quali anche al completo il successo sarebbe stato fortemente a rischio … si cedono le armi anche contro Capo d’Orlando e Treviglio, sconfitte ben più brucianti … ma si riesce a spuntarla “on the road” contro team come Milano e Piacenza che poi faranno un eccellente percorso.
Vittorie insperate, una delle quali senza entrambi gli U.S.A. e con Palermo fuori da tempo per falli. Punti utili a non trovarsi in sabbie mobili da cui non tirarsi più su, essenziali per mettere dentro una piccola dote quando, con l’organico al completo, inevitabilmente le cose miglioreranno. Infatti era facile prevedere una risalita, trattandosi comunque del medesimo gruppo che l’anno prima (ante sospensione covid) aveva chiuso ai piani altissimi della classifica. Qualche partita vinta soffrendo, vedi Bergamo e Casale Monferrato “at home”… e così si parte certamente dal basso, ma non è (come poteva essere) una scalata proibitiva.
Si parte per dove? Per la “remuntada”, ed arriviamo proprio alla citata trasferta di Tortona contro la capolista, oltretutto imbattuta fino a quel momento. Possibilità di vittoria? Più o meno zero, con ancora diversi senior fuori e tanti giovani a trovarsi in quintetto o comunque in campo nei momenti decisivi. Trapani sprofonda fino al -20 ma, complice un black out dei padroni di casa, riesce incredibilmente a portarla a casa, come? Proprio con due liberi del giovanissimo Pianegonda quasi sulla sirena! Da lì cambia qualcosa, emotivamente prima di tutto. Le sconfitte, la sorte avversa, le aspettative deluse, beh inevitabilmente si riverberavano sull’umore della squadra, di certo non solare.
Quella vittoria insperata ha girato la stagione, è indubbio. Nel frattempo, l’americano Miller si era inserito bene, dimostrando un atletismo da Eurolega ed un talento invece da sgrezzare ma non facendo mai mancare il presidio dei rimbalzi (spesso in doppia cifra abbondante). Gli “altri” via via recuperati, insomma finalmente il gruppo che aveva pensato coach Parente ad inizio percorso. Salgono intensità d’allenamento e, così, qualità del gioco la domenica.
La squadra inizia a non far passare più nessuno al PalaConad (eccetto Verona, autrice di una partita super) e prende ancora qualche punto in trasferta, tra i più pesanti quelli nel derby contro l’Orlandina ed in quel di Bergamo. Per una questione di classifica avulsa, i granata finiscono la stagione regolare al settimo posto (di per sé un buon piazzamento, visto l’inizio) e sfiorano il quinto che, in virtù della seconda “innovativa” fase (con gironi oltre i quali non era possibile guadagnare posizioni), gli avrebbe forse consentito di approcciare i play-off da una posizione privilegiata, magari con la “bella” in casa al primo turno. Lo diciamo perché questo è il momento di maggior forma della stagione, per Corbett e soci … tant’è che la pratica girone azzurro (settime, ottave e none di entrambi i gironi assieme) viene letteralmente liquidata dalla 2B Control in appena quattro gare (su sei), chiudendo in anticipo il discorso primo posto, vincendo e convincendo con scarti anche importanti.
Finalmente l’attacco (prima con tanti isolamenti, tradotto “palla ferma” per troppo tempo, e quindi prevedibile) diviene un’orchestra perfetta. Ottime geometrie di gioco, girando il pallone e ben distribuendo le responsabilità offensive dei singoli, individuando di volta in volta il miss match favorevole, l’uomo da cavalcare in quel frangente di gara … le scelte nei finali di gara (spesso col referto rosa) si sono rivelate sempre azzeccate… poi la base difensiva costruita da coach Parente era già lì, e migliorando la qualità dei possessi offensivi, beh il risultato è stato di conseguenza…
Peccato che, pur arrivando primi nel girone azzurro, partendo da quel raggruppamento, si pescava sempre male. Così tocca Udine che, nel frattempo, si rinforza con Mian che veniva da 15 di media al piano di sopra, e parliamo di una già corazzata. Le prime due gare, in Friuli, sono brutte ed a punteggio basso e, forse, Trapani ne viene fuori col rammarico che bastasse qualche canestro aperto in più (e percentuali magari non stratosferiche ma non certo da minibasket) per portarne una a casa… gara 3 viene agevolmente vinta dai granata che ormai a casa sembrano essere una sicurezza… cosa che confermano in gara 4, ma “solo” per 38 minuti e 50 secondi!
… ebbene si, accade quasi l’incredibile, Renzi e soci perfetti fino a quel momento, sul +9 … partita più che in ghiaccio e coach Boniciolli pronto a complimentarsi coi padroni di casa e giocarsi la bella… succede però che Trapani sbaglia tutto ciò che umanamente si può sbagliare e, dall’altro lato, D.J. segna tutte le triple che umanamente (e forse qualcuna oltre) si possono mettere dentro.
Trapani perde e, più che altro, finisce con l’amaro in bocca… privandosi di una gara 5 che probabilmente l’avrebbe vista perdere ma che, in ogni caso, si era meritata di giocare, per la rimonta effettuata in stagione regolare e la serie playoff disputata… si è tolta (almeno sul momento) la possibilità di godersi comunque una stagione raddrizzata nonostante tutto, e quindi positiva!… anche se la Dea bendata non si è risparmiata neanche alla fine, infatti va detto che Curtis ha subito un gravissimo infortunio al tendine rotuleo durante il girone azzurro e, così, ai playoff Trapani ha dovuto fare nuovamente i conti con le rotazioni corte e poche possibilità di cambiare assetto in corso di match. Ma, per fare una battuta, in casa granata sperano che la predetta Dea abbia condensato il suo lavoro in questa stagione sportiva e, magari, per il futuro possa volgere lo sguardo altrove!
A proposito di prospettive future, beh, pur nell’incertezza dell’attuale momento storico, sarebbe sanguinoso disperdere tale maturato e consolidato patrimonio umano e tecnico … il primo pezzo del puzzle, per la famiglia Basciano, sarà così inevitabilmente la trattativa per la conferma di coach Parente … e da lì iniziare a lavorare sul roster, di cui potrebbero ancora far parte i vari Mollura, Renzi, Curtis, Palermo … certo, sarebbe un’eccellente base da cui ripartite e da puntellare … ovvio, Corbett non sarà facile da trattenere, nuovamente … ma si sa, gli U.S.A. fanno spesso la differenza ma il loro rendimento oscilla fortemente anche in virtù del nucleo di base italiano in cui sono inseriti … ed è quindi inevitabile ripartire prima proprio da lì! … sarà quindi un’estate calda per società e tifosi che comprensibilmente attendono sviluppi ma al contempo, in un’epoca in cui le società sportive spariscono dall’oggi al domani, possono dormire sonni tranquilli, in virtù di una garanzia di continuità di cui la piazza non sempre, a questi livelli, ha potuto godere.