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Torrisi ritrova il primato solitario, ma non il gioco

La quattordicesima giornata del Girone I ha prodotto risultati in controtendenza rispetto a quello che si era visto fin qui. In particolar modo per quello che riguarda le prime tre della classe. Hanno pareggiato contro squadre più deboli sia la Vibonese (in casa con l’Acireale) e il Siracusa (sul campo del Ragusa). Ha vinto solo il Trapani contro il San Luca, ma con uno stiracchiatissimo 2-1. Tre punti che hanno consentito alla squadra di Torrisi di rimanere nuovamente da sola in vetta alla classifica con due lunghezze di vantaggio sulle altre due. Ma, risultato a parte, la prestazione contro i calabri ha lasciato ben poco di cui gioirsi. Al contrario, non sono poche le perplessità emerse sull’attuale stato di forma del Trapani e sulla reale capacità di saper sviluppare un gioco efficace quando è costretto ad affrontare avversari capaci di chiudersi bene in difesa. Era già successo nella precedente gara interna contro l’Acireale e quell’1-1 (che poi è anche l’unica partita non vinta in campionato, n.d.r.) doveva fungere da campanello di allarme. Stando a quanto visto con il San Luca, invece, la lezione non è stata proprio imparata.

Torrisi nel post partita, pur ammettendo la cattiva esibizione dei suoi, si è affrettato ad ostentare i numeri che la sua squadra ha messo assieme finora. Undici vittorie su dodici partite disputate sono di certo un dato di fatto innegabile. Alcune poi, come quella di Reggio Calabria ad esempio, sono state giocate anche molto bene. Peccato per Torrisi che poi ci abbia pensato lo stesso presidente Antonini a sottolineare come il Trapani finora abbia soltanto “fatto il suo”, tenendo in conto le qualità tecniche e la profondità dell’organico messo a disposizione. Organico diventato ancora più profondo dopo gli ultimi due innesti di qualità, Rizzo e Palermo, giunti dal Lamezia che si è ritirato dal campionato.

Se ci soffermiamo sulla gara con il San Luca, il Trapani ha con evidenza sbuffato calcio, giocando senza mordente e non con la disciplina necessaria. Si è fatto persino molestare in mezzo al campo da un San Luca annunciato quasi in disarmo e che non presentava giocatori di chissà che qualità, ma che ha fatto girare il pallone con velocità e ordine, compatto in fase difensiva al punto che il Trapani solo in due occasioni ha tirato in porta. A differenza degli avversari che hanno portato ansia davanti ad Ujkaj fino all’ultimo respiro di partita. Bravo il portiere di origini albanesi a farsi trovare pronto. Pochissimi i palloni puliti che sono giunti dalle parti di Cocco, spesso costretto ad estraniarsi dal gioco rimanendo solo in balia della retroguardia avversaria. Molte le seconde palle perse per poca propensione alla lotta in mezzo al campo e alla reattività. In fin dei conti a risultare decisivo è stato  il rigore (netto) ottenuto sul finire del primo tempo, ma scaturito da un imprudente intervento in area di un difensore avversario proprio sul centravanti granata. Oggettivamente troppo poco e quindi comprensibile la reprimenda del presidente a fine partita.

Derby di Siracusa. La settimana in corso ci conduce direttamente al big-match di Siracusa. Stando a quanto visto finora, non ce ne voglia la comunque ottima Vibonese, l’incontro più atteso di tutto il girone di andata. Una sfida con radicate tradizioni “storiche” ed una rivalità mai sopita tra le opposte tifoserie. Ma anche e soprattutto una gara dai grandi contenuti tecnici per la categoria, perché metterà l’una davanti all’altra le formazioni più attrezzate per il salto tra i professionisti. L’attacco mitraglia del Siracusa con ben 36 gol realizzati contro la miglior difesa del Trapani con sole 4 reti al passivo (delle quali solo 1 subita in trasferta, n.d.r.). Partita verità che ci permetterà di ricevere una prima indicazione affidabile sul reale rapporto di forza tra le due compagini. Una sfida che potrebbe segnare in qualche modo il futuro andamento del campionato, se non sul piano della classifica con tante giornate ancora da disputare, sotto il profilo psicologico si. Pensiamo, in particolare, al Trapani, costruito da Antonini senza badare a spese con il chiaro intento di ammazzare presto il campionato, che si ritrovi contro un avversario dalla forza magari inattesa che dovesse riuscire a  batterlo. Al contrario, invece, un Trapani dominatore in stile Reggio anche al De Simone potrebbe infliggere un colpo netto alle convinzioni aretusee. Insomma una bel derby siciliano quello che si profila domenica 26 novembre, che attirerà un numero notevole di spettatori presenti allo stadio e molti collegati via tv o web per assistere alla telecronaca in diretta.

Quello che servirà però sarà un Trapani ben diverso dalle ultime due partite di campionato. Un Trapani reattivo, capace di non far prendere il pallino del gioco in mano alla squadra allenata da mister Cacciola. Un avversario come il Siracusa di quest’anno è sempre meglio tenerlo il più lontano possibile dalla propria area di rigore. Per far ciò ci aspettiamo da Torrisi uno schieramento in mezzo al campo collaudato, con l’impiego simultaneo, se dovessero star bene entrambi, di Ba e Acquadro e senza troppi esperimenti. Cambiare troppo e spesso una formazione che funziona non è mai opera produttiva. Almeno quella che è la spina dorsale va lasciata il più possibile inalterata. Non è un caso che le performance migliori siano arrivate proprio con i due centrocampisti titolari in campo. Non vorremmo che l’abbondanza di piedi buoni in rosa possa cominciare a creare qualche problema di gestione allo stesso Torrisi, chiamato di volta in volta a scegliere chi mettere in campo, chi far sedere in panchina e, aspetto maggiormente delicato, chi mandare in tribuna. Contro il San Luca, ad esempio, hanno visto la partita dagli spalti, tra gli altri, gente come Mascari, Cangemi e lo stesso Ba. In tribuna o in panchina dovrebbero sempre andare i meno in forma o gli acciaccati. Sta al tecnico e al suo staff capire chi tener fuori e affidarsi ad una fredda turnazione non è proprio il massimo. Quella la potrebbe fare chiunque, non chi sta giornalmente a contatto con i calciatori ed è pagato per fare delle scelte oculate. 

                                                                                                                           Massimo TANCREDI

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