Il Trapani di questi tempi assomiglia ad una sorta di Grand Hotel, attraverso le cui porte girevoli si assiste ad una vai e vieni di figure varie e che al momento dà la netta impressione di non essere ancora terminato. Troppa confusione, dovuta alla sovrapposizione di ruoli ed alla presenza di altri, ai non addetti ai lavori non molto comprensibili.
E cosi, mentre la squadra si gioca le sue carte in campionato, impegnata com’è nell’operazione salvezza, delicatissimo l’impegno di sabato pomeriggio al Provinciale con la corazzata Empoli, in società si assiste ad un insolito balletto, fatto di annunci, puntualmente smentiti, di integrazioni nel CdA, a cui fanno seguito inopinate dimissioni ed esoneri, più o meno prevedibili, anche se anch’essi smentiti fino a qualche giorno prima. Non è un bel vedere.
La tifoseria, in questo momento, ha bisogno di due cose fondamentali: chiarezza e serenità.
Occorre concentrarsi sulle vicende agonistiche e quanto invece accade al di fuori del rettangolo di gioco non aiuta in alcun modo ad ottenerle, anzi.
Sotto questo aspetto, una compagine societaria che, dopo appena quattro mesi dal suo insediamento, apporta già cambiamenti in ruoli chiave dell’area tecnica (e non abbiamo ancora finito, visto che c’è anche la posizione di Baldini in bilico) e che continua ad innestare figure professionali all’interno di essa (vedasi il ruolo poco chiaro di Ignazio Arcoleo e le continue integrazioni del CdA), denota quanto meno una debolezza strategica nelle scelte, con tanto di ammissione implicita di errori, che mette in seria preoccupazione l’intera tifoseria circa il mantenimento del bene più prezioso, che è la permanenza in serie B, pur non dimenticando che a questa stessa compagine si deve proprio l’iscrizione al torneo cadetto.
E che all’interno della società ci sia una certa confusione si evince dal fatto che ciò che dice il presidente del CdA, Giorgio Heller, non uno qualunque quindi, viene poi sistematicamente smentito, come più volte è accaduto in questi mesi, da altre figure: da Rubino, a proposito della scelta dell’allenatore d’esperienza e degli obiettivi stagionali, che dovevano essere ambiziosi; da Fabio Petroni, adesso, che ha giubilato Rubino, invece che farlo collaborare con il nuovo arrivato Luca Nember; perfino lo stesso Heller si smentisce, allorquando aveva dichiarato di volere rilevare il 30% delle quote societarie mentre invece è e rimane, al momento, solo uno stipendiato della società.
Singolare poi la vicenda alla vigilia dell’importante gara di sabato (ore 15) contro l’Empoli e con un a Trapani Calcio, Moscati nella gara contro la Cremonese dell’esonero del D.S., Raffaele Rubino.
Si era capito subito, fin dall’annuncio dell’ingresso nel CdA di Luca Nember, come dire: il lavoro di Rubino, adesso, sarebbe stato giudicato da un altro Ds, che in sede di CdA, avrebbe avallato o meno le scelte del primo. Non stava in piedi come spiegazione; o si ha fiducia nelle scelte del proprio Ds o non la si ha, inutile creare questo “gioco dei ruoli” per poi arrivare allo stesso risultato: la sfiducia a Rubino.
In realtà, che la posizione di quest’ultimo fosse in bilico lo si era già capito da tempo e cioè fin da quella conferenza stampa di Fabio Petroni, tenuta al termine della gara persa in casa con la Juve Stabia, nella quale il patron granata aveva avuto parole di fiducia e ringraziamento per tutti, tranne che per il D.S., mai nominato in quella circostanza.
Si era capito anche dalle dimissioni di Petroni junior, rassegnate alla vigilia della trasferta di Chiavari. Lorenzo Petroni è uno che con Rubino aveva lavorato per tutta l’estate fianco a fianco, condividendone ed approvandone le scelte, in qualità di AD. Lorenzo Petroni, allorché il padre Fabio gli ha presentato Nember, ha scelto di non far più parte della compagine societaria, una volta che il padre con questa ultima decisione ne aveva di fatto bocciato le scelte tecniche (Rubino e Baldini). Dimissioni irrevocabili che gli fanno onore.
Chi invece va perdendo sempre più credibilità, come detto, è Giorgio Heller, le cui dichiarazioni, per l’ennesima volta, sono state puntualmente smentite dai fatti, anzi questa volta dal proprietario in persona, ossia Fabio Petroni. A detta di Heller, Nember e Rubino avrebbero potuto e dovuto collaborare, interagendo. Non ne hanno avuto nemmeno il tempo .
E dunque la domanda è: quali colpe paga Rubino?
Più che all’andamento in campionato della squadra, visto lo scarso budget messogli a disposizione proprio da chi oggi lo ha esonerato, a me sembra che il siluramento del DS sia dovuto al peggioramento dei rapporti interni con Fabio Petroni e ad una dialettica che tra i due si è vieppiù trasformata in sfiducia del secondo, che è quello che caccia la grana, nei confronti del primo.
E che sia in atto una sorta di completa rivoluzione in ambito societario è confermato anche dall’ingresso o nel CdA dell ’Avv. Paolo Giuliano, che di mestiere fa il D.G. e che dunque va a sovrapporsi , come figura professionale, a quella di Giuseppe Mangiarano, instaurando di fatto una curiosa compresenza. Anche in questo caso è forte la sensazione che le decisioni dell’attuale D.G. da ora in avanti siano di fatto sottoposte al vaglio in sede di CdA da parte di un secondo D.G. E, se ciò fosse, sarebbe una situazione perlomeno imbarazzante
Non mi pare quindi che la proprietà granata e l’attuale CdA stiano brillando per linearità di scelte e di decisioni.
È quanto mai auspicabile quindi che, non solo la squadra, ma soprattutto la società ritrovi al più presto un assetto stabile, con ruoli distinti, precisi e definiti, così da riprendere quel percorso virtuoso, che la porti ad essere competitiva in un mondo abbastanza difficile e complicato come quello della serie B.
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