In questo finale di campionato di serie D l’attenzione degli sportivi granata è catalizzata più dalle vicende societarie che da quelle del campo.
Ed in effetti in una situazione di classifica come quella del Trapani, in cui arrivare secondi conta in sostanza tanto quanto arrivare dodicesimi, ossia poco o nulla, giacché non si vince né si perde niente in ogni caso, pochi sono gli spunti d’interesse o le motivazioni agonistiche, da gettare sul terreno di gioco.
Se non quelle che riguardano l’accesso alla griglia play off; ma anche in questo caso, regolamento alla mano, possiamo ben dire che l’ipotesi di ripescaggio in C (in caso di accesso e poi di vittoria di quelli del nostro girone) é davvero molto ma molto lontana, fermo restando che, anche quando fosse, ci vogliono pronti e “cash” almeno 400.000 euro sull’unghia, per potere essere iscritti in terza serie.
Cosa si chiedeva dunque al Trapani, dopo avere definitivamente allontanato lo spauracchio dei play out ed avere conquistato posizioni di classifica più consone alla consistenza del suo organico?
Si chiedeva (e si chiede) quantomeno di fare divertire la gente e sfornare delle prestazioni tali da invogliare i tifosi ad accorrere al Provinciale, fatte di risultati ma soprattutto di gioco fluido e di spettacolo, così come era stato promesso all’inizio di questa stagione dal duo La Rosa-Torrisi.
Duole dovere constatare che così non è stato. Mai. Anzi, questa squadra, sotto la gestone Torrisi, si è distinta per un gioco poco spettacolare, molto farraginoso nella sua fase di costruzione, che mai ha entusiasmato gli spettatori presenti.
E questo, in prospettiva, è sicuramente un limite, non solo perché tiene lontano il grande pubblico dal Provinciale e non contribuisce a creare il giusto entusiasmo per l’anno prossimo, ma anche perché, se è vero che con grinta, abnegazione ed attenzione difensiva ci siamo guadagnati la classifica attuale, dall’altro la nostra difficoltà a fare goal ci ha penalizzato non poco, cosi come, sul piano del gioco, lo ha fatto la mancanza di una manovra fluida di avvicinamento alla porta avversaria.
Ne discende che il Trapani, oggi, non è una compagine tanto più forte o più debole di altre, ma che semmai è espressione di un livello medio del girone molto scadente sul piano tecnico; prova ne sia il fatto che, pur con tutti gli anzidetti limiti, ad oggi siamo quarti in classifica e ci stiamo giocando uno dei due posti disponibili per accedere ai play off.
Niente di che, se pensiamo a quali erano le ambizioni annunciate ad inizio stagione; “il minimo sindacale”, se consideriamo ciò che è diventata la stagione del Trapani dopo il ridimensionamento di Dicembre.
In ogni caso, molto di questo risultato si deve alla squadra, e non tanto al suo attuale allenatore, per come si è compattata a Dicembre, dopo il repulisti dei senatori, per le motivazioni che ha saputo trovare e gettare sempre sul terreno di gioco.
Torrisi semmai, al suo ritorno, si è inizialmente giovato di questa compattezza e non l’ha dispersa, raccogliendo grazie ad essa punti importanti ma quanto a gioco efficace e bello a vedersi siamo ben lontani dall’obiettivo e rimaniamo una squadra nella media, parecchio scarsa, di questo campionato. E per vincere e convincere, in futuro, ci vuole ben altro, che non l’attuale cifra di gioco mostrata dai granata.
Sul piano societario, stiamo assistendo da qualche settimana al tira molla fra Valerio Antonini e Marco La Rosa, con ad oggetto la cessione del 70% delle quote societarie.
Non so se l’affare si farà ma è indubbio che La Rosa ha già scoperto le sue carte e mostrato ampiamente nel corso della stagione quali siano le sue potenzialità finanziarie, non tali da potere gestire con sufficiente autonomia una società che mira ad obiettivi ambiziosi.
Dall’altro lato c’è questo imprenditore rampante che invece ha già mostrato di avere liquidità sufficiente per coltivare e raggiungere quei medesimi propositi.
Che dire, spero che le leggi di mercato facciano il loro corso ed in particolare che si realizzi “un’allocazione ottima” delle risorse.
Il che significa che La Rosa prenderebbe la strada di Giarre ed Antonini quella di Trapani. Il treno sta passando, ancora una volta, e bisogna prenderlo in corsa.
Francesco Rinaudo