Il futuro di Marco La Rosa alla guida del Trapani sembra tutt’altro che certo. Gli atteggiamenti di questo presidente continuano ad apparire agli occhi degli osservatori esterni piuttosto controversi e imprevedibili. L’ultimo esonero del tecnico Alessandro Monticciolo, che a sua volta era subentrato ad Alfio Torrisi, per motivi non tecnici, lascia molti dubbi sulle modalità di gestione di questa società. Dopo, è bene non dimenticarlo, che pezzo per pezzo gli era stata smontata la squadra allestita in estate: ovvero la classica goccia che fa traboccare il vaso. Che garanzie può offrire un presidente, una dirigenza o quel che vogliamo, quando si continua a navigare a vista e quando si dice una cosa e poi puntualmente si fa quella opposta? In società si sono succeduti in pochi mesi qualcosa come 5 Direttori Generali, 2 Direttori Sportivi e 2 allenatori. Per non parlare del continuo viavai di giocatori e le diatribe rese pubbliche con il socio di minoranza, nonché ex presidente Michele Mazzara. L’impressione che se ne ricava è di una barca ormai in balia delle onde che, a stento, cerca di approdare senza danni eccessivi al primo approdo disponibile. Non importa quale, ma tale da poter scendere a riva e poi chi vivrà vedrà. Questo è il modo di far calcio che merita una piazza come Trapani che, solo pochi anni fa, ha sfiorato la Serie A?
Alfio Torrisi. C’è voluto un litigio tra La Rosa e Monticciolo per riaprire le porte del Trapani ad Alfio Torrisi. L’uomo a cui in estate la nuova società granata aveva affidato il compito di riportare in alto la squadra, allestendo un organico di tutto rispetto per la categoria. Ma per l’ex tecnico del Paternò le cose non sono andate bene sin da subito. Il suo Trapani non ha mai ingranato, perdendo punti su punti rispetto alle presunte avversarie dirette. Da questo all’esonero il passo è stato breve. Dopo le partenze di molti pezzi pregiati dell’organico, il subentrato Monticciolo era riuscito a dare stabilità a quel che restava della squadra; dando vita ad un gruppo, magari meno dotato sul piano tecnico, ma certamente più incline al gioco d’assieme e i risultati in classifica si sono ben presto visti. Torrisi adesso ha trovato la strada tracciata ed ha potuto finora continuare a lavorare con relativa tranquillità. Sono così arrivate tre vittorie (due esterne), due pareggi, prima dell’ultima sconfitta di San Cataldo. La classifica lo dimostra: il Trapani attualmente è sesto, dopo esser stato anche quinto appena una giornata fa, ad un solo punto dal quinto posto occupato dal Licata e a due dal quarto posto del Lamezia, recentemente battuto a domicilio, quindi in piena corsa playoff. Situazione non disprezzabile, considerate tutte le traversie vissute.
Sconfitta che brucia. Nell’ultima partita però Torrisi ha conosciuto il primo doloroso stop dal suo ritorno sulla panchina granata. Una sconfitta contro una formazione apparsa largamente alla portata come la Sancataldese per 3-2. Con il gol decisivo per i locali giunto pochi secondi dopo la ghiotta occasione fallita da Catania a tu per tu con Dolenti. L’unico aspetto positivo della trasferta in terra nissena è stata la caparbietà del Trapani nel cercare prima e riuscire dopo a rimettere in piedi una partita che si era messa subito in salita con l’uno-due della Sancataldese. Rimonta purtroppo sprecata a causa dell’ennesima disattenzione difensiva della giornata. Prestazione del reparto arretrato veramente scadente in questa occasione, visti gli innumerevoli svarioni che hanno agevolato le reti della squadra di Infantino, oltre anche ad altre occasioni mancate per poco. Due legni e una super parata di Summa fanno da corollario ad una gara da dimenticare per tutta la retroguardia trapanese. Complessivamente un passo indietro vistoso rispetto alle ultime gare sul piano soprattutto della concentrazione, non dell’impegno che invece non è mancato. Sul piano del gioco però le cose non sono certo migliorate con Torrisi, anzi. Il Trapani è apprezzabile per impegno e determinazione, finanche per cinismo. Non si può comunque parlare di un gioco tale da poter autorizzare chissà quali propositi, se non quelli di terminare il campionato in maniera quantomeno dignitosa. Magari strappando un posto nei playoff, per quello che poi questi spareggi possano realmente valere in questa categoria. Sarebbe però un risultato finale che, almeno in teoria, potrebbe spingere La Rosa ad alzare l’asticella in vista della prossima stagione. Potrebbe non vuol dire che lo farà. È chiaro che il futuro passi da quello che succederà a fine stagione, presumibilmente in quel fatidico 30 giugno che ci attende. A quel punto per chi vorrà veramente condurre questo Trapani non sarà più possibile bluffare; i numeri, contabili e non, saranno lì in bella mostra e faranno da cartina tornasole di come la società è stata gestita in questa prima stagione dall’attuale proprietà.
Massimo TANCREDI