Partite rinviate in ogni categoria, stadi vuoti, incassi e introiti azzerati, società allo stremo. Tutti stanno pagando, hanno pagato e continueranno a pagare dei costi insostenibili per tale situazione di emergenza, alla quale si sovrappone un ulteriore stallo, la mancanza di chiarezza, posto dalle istituzioni politiche e sanitarie. Su ciò non vogliamo entrare. Posto il dato che l’Italia è allo stremo, sul piano economico-sociale ed occupazionale.
La serie D. Il campionato è flagellato da gare non giocate in tutti e 9 i gironi. Al momento non è dato sapere se avverrà un blocco del campionato, un rinvio, o se verranno, ulteriormente, rinviate alcune gare. Ciò ci interessa da ‘vicino’, grazie al Dattilo e all’ipotizzabile ed ipotizzato futuro prossimo che vorrebbe, grazie al finanziere italo-svizzero, René De Picciotto, acquisire la proprietà del pres.
Mazzara, quantomeno potenziarla fin da subito, puntare alla promozione in C e programmare un rilancio nel calcio che conta. Addirittura in serie A; e conosciuti i precedenti in altre città, possiamo ben dire che il sogno potrebbe diventare realtà. Bisogna però far presto, sbrigarsi per guadagnare – virus permettendo – un anno calcistico.
Vincere il campionato, rinforzando il Dattilo – Luca Pagliarulo e Gigi Scaglia sarebbero già pronti per una nuova avventura alle falde del Monte Erice – potrebbe accorciare i tempi e metterci nella condizione di programmare in C.
La disponibilità al progetto, all’ “avventura” calcistico-imprenditoriale a Trapani, di René De Picciotto e ampia e fortemente voluta. Però come avviene in ogni trattativa la corda potrebbe spezzarsi in ogni momento, in ogni luogo. Soprattutto se sorgono cavilli diretti a, diciamo così, innervosire il dialogo, a montare paletti odiosi, a creare una atmosfera di litigiosità e di contrasto.
E’ logico, naturale e conseguenziale, che l’imprenditore italo-svizzero vuole sentire il calore e l’entusiasmo della città, su ed oltre i perimetri del calcio e dello sport.
Sappiamo che i colloqui con il sindaco Tranchida, sono cordiali e retti su un principio di disponibilità e collaborazione. Inutile negare a noi stessi quanto i capitali da investire a Trapani e per il Trapani Calcio, dall’imprenditore italo-svizzero, possano dare una spinta a più settori economico-sociali della città.
Capitali utili al lavoro, all’occupazione, a ridare ossigeno alle condizioni d’una città irretita, impoverità, priva di futuro, causa diverse contingenze. A miopia politica, imprenditoriale, unito alla mancanza d’uno spirito collaborativo fra quanti sono nelle condizioni di potere dare una mano alla crescita ed allo sviluppo della città.
Oggi Renè De Picciotto, oltre ad essere più che un imprenditore interessato a Trapani, rappresenta un vero treno da non perdere, sul quale saltare e presto a bordo: diversamente si rischia di restare ai bordi del marciapiede, immersi nel fradiciume della precarietà e della provvisorietà da un lato, ad altri 15 anni di dilettantismo calcistico dall’altro.
Invitiamo e sollecitiamo gli amici del Dattilo a non perdere tempo, ad essere, loro, il trampolino di lancio del rinascimento calcistico granata. Tergiversare, perdere tempo, non serve proprio a nessuno. L’interesse di René De Picciotto verso il Trapani Calcio e Trapani, ribadiamo, è stato, è, e sarà una verra manna proveniente dal Cielo.