Figuraccia indecorosa dei granata, che in quel di Lamezia Terme prendono cinque schiaffoni, senza restituirne nemmeno uno. Nelle due ultime gare di campionato ci si aspetta almeno un sussulto di orgoglio da parte della squadra, mentre dal lato societario si è in attesa di conoscere le novità ufficiali circa l’ingresso di un nuovo socio di maggioranza al posto di Michele Mazzara.
Dalle stelle alle stalle. Il Trapani attuale è una sorta di carrozzone senza né capo né coda, che corre sulle montagne russe, muovendosi solo per forza d’inerzia, senza controllo alcuno.
Come spiegare altrimenti il mutevole rendimento dell’undici di Moschella, che passa con disinvoltura sconcertante dal 9-0 al Troina nel recupero della 29^ giornata allo 0-5 di domenica scorsa sul terreno di Lamezia Terme ?
Forse una spiegazione in verità c’è ed è anche la più semplice:
i granata, una volta conseguita mercoledì 4 Maggio l’aritmetica certezza della permanenza nella categoria all’esito della gara casalinga con la Gelbison, hanno fatalmente tirato i remi in barca, scendendo in campo nella gara successiva in quel di Lamezia senza alcuna motivazione, già paghi di quanto ottenuto quattro giorni prima.
Spiegazione plausibile ma che non costituisce certo una giustificazione del comportamento in campo della squadra, che si è fatta letteralmente umiliare dall’avversario.
Per quanto gli avversari di giornata fossero squadra titolata, fra il Lamezia ed il Trapani non c’è tutto qual divario che il roboante risultato finale parrebbe invece dimostrare.
C’è invece che De Felice e compagni hanno giocato senza mordente, quasi fossero in gita premio o che quella di domenica, una volta subito il primo goal, fosse per loro non una gara ufficiale di campionato bensì un semplice allenamento, in cui non importava assolutamente del risultato.
Inaccettabile. Anche perché, invece, i padroni di casa hanno giocato sul serio, del tutto concentrati sulla gara e sul risultato. Già solo per questo i granata avrebbero dovuto rispondere con un approccio diverso alla gara, robusto, fatto di concentrazione e volontà di ben figurare.
Nulla di tutto ciò: due pappine nel primo tempo ed addirittura tre nella ripresa, senza colpo ferire, senza una benché minima reazione emotiva, agonistica, di gioco. Senza mai seriamente concludere in porta, senza alcun sussulto d’orgoglio.
Una pena indicibile per i tifosi che guardavano la partita. Un’onta alla maglia, di quelle che bruciano e che difficilmente possono essere dimenticate.
Viene da sorridere pensando alle dichiarazioni di Mister Moschella alla vigilia della gara, in cui il tecnico affermava di avere chiesto alla squadra il massimo impegno, di avere convocato solo calciatori motivati e che egli si aspettava una prestazione importante da parte dei suoi ragazzi, essenzialmente per loro stessi ma soprattutto per rispetto della società, della maglia e dei tifosi, ben conscio che questo finale di stagione obiettivamente offre ai granata pochi motivi di sacrificio ed applicazione.
Delle due l’una: o Moschella aveva fiutato l’aria di generale smobilitazione in seno alla sua squadra e dunque ha tentato di stimolarne il rendimento in vista della insidiosa trasferta in terra calabra, oppure, avvertito il pericolo di una possibile figuraccia, aveva messo le mani avanti, mostrando almeno le proprie personali buone intenzioni, ben sapendo che difficilmente sarebbero state recepite da un gruppo oramai con la testa altrove e sul quale, a livello motivazionale, il tecnico non sembra allo stato potere incidere in alcun modo.
La figura indecorosa fatta a Lamezia, francamente, non è in alcun modo giustificabile. Non lo è di sicuro agli occhi dei tifosi, che ben avrebbero accettato una sconfitta in casa di una delle squadre più forti del girone ma conseguita con dignità, senza sfigurare.
Non dovrebbe esserlo nemmeno agli occhi della società, chiamata a farsi sentire dai propri calciatori, se non a prendere qualche provvedimento, volto a dimostrare alla truppa che atteggiamenti come quelli di domenica scorsa feriscono più di quanto si possa immaginare.
Non siamo a conoscenza, al momento in cui scriviamo, di alcuno di questi possibili provvedimenti né se qualche figura societaria abbia redarguito i calciatori, richiamandoli ai loro doveri.
Siamo curiosi di vedere come questi ultimi si comporteranno nell’ultimo impegno casalingo della stagione, domenica 15 Maggio al Provinciale contro il Paternò.
I granata dovrebbero essere ben consci di avere più di qualcosa da farsi perdonare da parte dei propri sostenitori e già questo, in assenza di altri stimoli, dovrebbe costituire una motivazione più che sufficiente.
Se non altro per chiudere bene una stagione parecchio tribolata, che, nata sotto tutte le migliori intenzioni, si è trasformata poi in una sorta di cammino ad handicap privo di soddisfazioni, che ha scollato squadra e società dal cuore pulsante del tifo granata: il pubblico, questo grande assente allo stadio per via delle prestazioni insoddisfacenti della squadra.
E non è servito nemmeno l’avvicendamento in panchina di ben tre allenatori per risollevarne le sorti, né il mercato di riparazione, che non ha apportato beneficio alcuno, in vista di un auspicato cambio di passo, che è sempre rimasto nelle intenzioni e non si è mai concretizzato in campo.
Adesso rimane ben poco da fare:
in campo sarebbe il caso di chiudere con dignità la stagione, affrontando nel migliore dei modi gli ultimi due turni di campionato, prima del rompete le righe.
Sul piano societario si attendono novità ufficiali circa il possibile cambio di assetto della proprietà.
Da tempo circolano con insistenza voci di una cessione di circa il 70% delle quote da parte di Michele Mazzara all’imprenditore di Giarre Marco La Rosa (fra l’altro vice presidente della locale squadra di calcio), indiscrezioni peraltro mai confermate ma nemmeno smentite da parte dell’attuale compagine societaria.
A Mazzara, che nel frattempo aveva rilevato dagli altri soci tutte le loro quote, rimarrebbe il 30% delle stesse, da cedere in un secondo momento ad operazione definita e consolidata, a riprova della volontà dello stesso Mazzara di disimpegnarsi definitivamente da questa avventura, ritenuta non ulteriormente sostenibile.
Il nuovo socio di maggioranza verrebbe a Trapani con tutte le migliori intenzioni, prima fra tutte quella di riportare il Trapani fra i professionisti.
A quel punto potrebbero aprirsi ulteriori nuovi scenari, magari con l’ingrasso in società di altri imprenditori, anche non siciliani, in grado di affiancare e/o subentrare a La Rosa, programmando campionati di livello.
Allo stato però tutto tace e si attende un comunicato ufficiale della società che confermi o meno l’esistenza della trattativa con La Rosa ed il suo esito, che sempre in modo non ufficiale pare sia stato positivo con tanto di firma di un atto pubblico notarile subito dopo la gara casalinga con la Gelbison.
Sarebbe questa l’unica vera buona notizia, dopo quella del ritorno dei colori granata al Provinciale del luglio scorso.
Francesco Rinaudo