Niente da fare per il Trapani formato casalingo anche contro i giovani della Juventus Next Gen. Dopo la netta sconfitta subita dal Picerno alla prima apparizione al Provinciale, i granata non sono andati oltre un pari in occasione della seconda. Come sono già lontani i tempi delle “grasse” vittorie della passata stagione, delle autentiche passerelle che tanto avevano divertito ed entusiasmato i tifosi trapanesi. Altra storia, altro campionato ma anche altra squadra. Quella attuale, infatti, è stata rivoltata come un calzino. Dei “vecchi” sono rimasti davvero in pochi e contro la Juventus il campo lo ha visto il solo Crimi, così tanto per dire. E’ stato accompagnato alla porta anche lo stesso Torrisi, il tecnico della promozione, reo di non aver saputo gestire davvero una squadra costruita due volte in poco tempo. La prima, quella che in pratica ha fatto il ritiro; la seconda, invece, quella che ha cominciato il campionato. Al suo posto il tecnico che era stato designato per la formazione Primavera, quel Sasà Aronica noto ai più per i suoi buonissimi trascorsi da calciatore. Ma decisamente ai suoi primi passi da allenatore. Dopo il bene augurante successo di Crotone, però anche il buon Aronica sembra essersi piantato davanti alle carenze che l’organico sta evidenziando partita dopo partita. In particolare, le ultime due prestazioni (Taranto fuori e Juventus dentro) sono state quasi in fotocopia. Squadra apparsa lenta, macchinosa, piena di imprecisioni e paure. E con una evanescenza offensiva disarmante e a tratti irritante. Fanno parte di questo aspetto chiaramente i “tre rigori tre” falliti dai suoi attaccanti. A Taranto Lescano, al Provinciale Kanouté e Zuppel. Tre errori grossolani che hanno portato via probabilmente quattro punti che sarebbero serviti a limitare l’emorragia di queste prime giornate. Ed invece no, perché il Trapani, che apertamente puntava a vincere il campionato, dopo appena cinque giornate si ritrova già a 6 punti dal primo posto e con ben otto squadre davanti. Limitarsi solo ai rigori falliti, però, sarebbe come dare un alibi ad una manovra che non c’è, ad una organizzazione di gioco clamorosamente agli albori. Serve ben altro per poter trovare continuità e poter lottare davvero con le prime della classe. Di questo certo Aronica non ha colpe al momento. I danni veri sono stati fatti in estate quando lui non c’era. Quando si doveva e poteva progettare meglio, ma molto meglio, quello che sarebbe dovuto essere lo spartito da seguire per questa prima stagione tra i professionisti. Dall’esterno, l’impressione che arriva è di una possibile sottovalutazione del livello tecnico e agonistico del girone, oltre ad una evidente sopravvalutazione del proprio organico. Il risultato attuale è una inattesa bocciatura, sul campo, di un attaccante che è costato tanto come Lescano, apparso finora un pesce fuor d’acqua in questo per lui nuovo contesto. Al punto da venire sostituito quando più sarebbe servito per sbloccare il risultato. Le prossime due partite con Potenza e Turris, che si giocheranno a distanza di pochi giorni nell’arco della stessa settimana, diventano da spartiacque per comprendere quale sarà il futuro di questo Trapani. Il compito che attende Aronica non è dei più facili, però adesso spetta a lui decidere che strada fare intraprendere alla sua squadra sul piano tattico e temperamentale. Se Lescano, o altri, sono un problema si studino soluzioni differenti e si punti soprattutto su un modulo ben preciso. Cambiare tanto in una fase delicata come questa non aiuta di certo i giocatori ad acquisire quelle certezze che servono e che ancora non hanno.
Massimo Tancredi