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Trapani – Pescara è la prima di un trittico  di partite, le ultime della fase regolare, che segnerà il destino dei granata in questo campionato di serie B

Le speranze sono ridotte all’osso ed il filo, che ci tiene attaccati all’ipotesi play out, è davvero molto esile.

È bastata una sconfitta, quella di venerdì scorso a Pisa, arrivata dopo ben dieci giornate di imbattibilità, per precipitare i granata in una situazione di classifica complicatissima, in cui adesso sono almeno due le squadre da superare : Cosenza ( terzultima ) ed una fra Juve Stabia, Perugia e Pescara (ossia la quartultima e le due squadre a lei più vicine).

Ciò presuppone che il Trapani faccia assolutamente il pieno di vittorie  in queste ultime tre gare di campionato, ossia 9 punti, sperando al contempo che almeno una fra queste tre avversarie non totalizzi più di 2 punti.

Accadesse ad entrambe, Perugia e Pescara si fermerebbero tutte e due a quota 44, appaiando in classifica i granata, ma battendo sia l’una che l’altra  nelle prossime due gare, noi saremmo in vantaggio negli scontri diretti, avendo pareggiato con entrambe all’andata.

La Juve Stabia si fermerebbe a 43 e dunque finirebbe comunque dietro di noi.

Il Cosenza, infine, dovrebbe perderne almeno una su tre per potere essere scavalcata dai granata .

La missione, dunque, è quasi impossibile.

Con il Pescara ed il Crotone in casa, con i pitagorici speriamo già promossi, forse potremmo farcela; con il Perugia al Curi non so, specie dopo il nuovo rimescolamento di carte, che ha riportato Oddo sulla panchina umbra al posto dell’esonerato Serse Cosmi.

In ogni caso, non abbiamo alternative e basta pochissimo perché le avversarie riescano a tenerci alle loro spalle.

Venerdì tra l’altro, contro il Pescara di Sottil, i granata saranno privi di Coulibaly, squalificato e molto probabilmente di Pettinari, ancora alle prese con un fastidio muscolare ai flessori della gamba destra.

Due assenze di rilievo, che ci privano di due pedine importanti, non consentendo peraltro a Castori di potere dare adeguato respiro a chi fra i titolari venerdì sera accuserà la fatica.  

Ma tant’è. Sia per il -2 di penalizzazione in classifica, sia per non essere riusciti a portare a casa alcune possibili vittorie in trasferta (Castellammare, Empoli, Cosenza, quelle fra altre in cui ci siamo andati molto vicini) ci siamo trovati nella situazione, prontamente verificatasi, che alla prima sconfitta ne avremmo pagato a caro prezzo le conseguenze.

Sembra dunque non essere sufficiente avere fatto più punti che nel girone di andata, avere infilato nel girone di ritorno  un filotto di ben dieci gare senza incorrere in sconfitte, avere annoverato fra le proprie fila il vice capocannoniere della serie B.

Come dire, tanto sacrificio e tanta abnegazione alla fine per nulla.

Vedremo se alla fine sarà veramente così . Ma si dovrà vivere gara dopo gara questa attesa che il nostro destino si compia, consapevoli che al primo passo falso ( pareggio o sconfitta ) potremmo salutare  anzitempo la cadetteria.

Ci aspettano dunque 270 minuti di fuoco e il primo spareggio da “o dentro o fuori” sarà quello di Venerdì contro il Pescara.

Anche gli abruzzesi non se la passano bene; rischiano infatti, impegnati allo spasimo nel tentativo di evitare i play out, di finirci invece dentro con tutti e due i piedi, mentre, guarda caso, per noi gli spareggi costituiscono assolutamente l’obiettivo agognato.

Hanno cambiato tre allenatori : Zauri, Legrottaglie ed ora Sottil ma non si sono mai risollevati dalla loro crisi di gioco e di risultati.

Sono cambiati i moduli, gli schemi ed in parte gli interpreti ma il Delfino non è mai veramente decollato in questo campionato, precipitando inesorabilmente in piena zona play out.

Ed ora fa fatica ad uscirne.

Dovremo giocare molto sulle loro debolezze, mettendone in crisi le residue sicurezze e dare il meglio di noi stessi, come finora abbiamo sempre fatto.

Non importa chi è assente, men che meno conterà chi scenderà in campo dall’inizio.

Sappiamo solo che abbiamo un solo risultato a disposizione per rimanere ancora in corsa e potrebbe anche non 

bastare.

Vedremo, incrociamo le dita e speriamo che l’esile filo resista 

. . . il più possibile, magari fino alla fine . . .

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