Un punto che consente di continuare a sperare, con la matematica che ci tiene in vita e che sottende, ancora una volta e senza tentennamenti, la ricerca della vittoria. Meglio, i famosi tre punti che valgono oro.
Una vittoria che darebbe ulteriore fiducia ad un gruppo che, seppur non riesce a vincere, ha mostrato una buona coesione, un’intesa di squadra, una fase difensiva in grado di arginare e contenere le manovre avversarie. Forse, manca un pizzico di fiducia nei propri mezzi, nell’affondare nell’area avversaria, nel tirare in porta.Se vuoi andare in rete devi tirare, devi scaldare i guanti al portiere ospite.Non c’è scampo, è così.Per vincere devi puntare alla porta avversaria, ‘stressare’ la difesa ospite, mandarla in affanno. Affermiamo questo poichè, inutile nasconderlo e nascondersi, servono davvero i 3 punti, come il pane, più del pane.
Ne siamo tutti consapevoli.
Come tutti sappiamo che di fronte c’è l’avversario, un undici dalla diversa casacca che vuol ben figurare, che ha un obiettivo importante da perseguire.
E se questo avversario – gara inedita questa – è una neopromossa, con un percorso in campionato entusiasmante, e che, in teoria, può giocarsi ancora la serie A … dite voi.
Un bel filo da districare per gli uomini di Castori che, oltre al Pordenone, si troveranno davanti anche tutto il mestiere e l’esperienza d’un altro veterano, tra gli allenatori, della cadetteria: Attilio Tesser. Il tecnico di Montebelluna ha avuto il merito di far approdare, per la prima volta, la squadra friulana in B, dopo aver allenato per anni Padova, Novara, Ternana, Avellino, Triestina e Cremonese.
Sabato scorso i ‘ramarri’ friulani, nel derby con il Venezia, hanno steccato in casa, rischiando addirittura di perdere se il portiere Di Gregorio non avesse parato un rigore all’ex granata Aramu. In casa il Pordenone ha costruito la propria fortuna in questo, per loro, entusiasmante campionato.Ma il neutro di Trieste stavolta non ha portato loro fortuna; la vittoria li avrebbe proiettati al terzo posto, pensate. Venerdì sera la matricola neroverde non potrà contare sull’esperienza del centrale difensivo Pasa e dei centimetri e dei gol del bomber Strizzolo, entrambi squalificati.
Ma doverosamente necessità solo guardare a noi stessi, al nostro percorso ed al nostro lavoro, alla nostra concentrazione, alle nostre fortissime motivazioni. Basta. Senza affanno e distrazione l’undici granata dovrà con convinzione trovare la giusta e retta via per vincere, poi si vedrà. La sesta vittoria in campionato per il Trapani assumerebbe lo stesso valore d’una sorgente in pieno deserto, d’un ristoro in piena tempesta.È così.
Siamo fiduciosi, ancora. Pur se ancora per una gara, l’ultima?, i granata non godranno dell’appoggio della propria Curva, del proprio pubblico.
Speriamo che sia una delle ultime gare giocate in un ambiente inconsueto, algido e sterile. Non ha senso.
Non ha senso un calcio espresso in tal modo, virtuale.Non ha senso un calcio che va in campo unicamente per i ‘bilanci’ delle società, per i soldi dati dalla televisione, per gli interessi del tubo catodico.
Il calcio è della gente e delle città che esse rappresentano.
Il calcio è vita, gioia, giovanilismo; è l’azzurro terso del cielo e la pioggia battente che vien giù dal cielo plumbeo.
Il calcio è anche dello scirocco e del maestrale che imperiosi sovrastano il Provinciale. Il calcio non lo si può relegare unicamente alla tv o ad interessi economico-finanziari anche poco chiari e che travalicano, come avvenuto in qualche episodio, in affari illeciti. Il calcio è di chi sogna, di chi spera, di chi vuol gioire, di chi vuole magari per un pomeriggio gettare in un angolo momenti non belli, sofferenze e frustrazioni. Il calcio è dei tifosi, di quanti fanno sacrifici in giro per le città, anche per conoscerne di nuove ed assoporarne usi eno-gastronomici. coi propri odori e colori
Battere il Pordenone, quindi, per vivere e continuare a credere in un magico sogno.
Ragazzi provateci fino in fondo, fate di tutto, per favore.
Ce la possiamo fare.
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